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Politica sabato 17 marzo 2018 ore 16:15

Discarica, quegli odori "responsabilità politica"

Dopo la mossa del sindaco di Suvereto e l'assemblea dei cittadini, il consigliere Riccardo Gelichi (Ascolta Piombino) dice la sua



PIOMBINO — I residenti nell'area di Montegemoli sono tornati a riunirsi per discutere dei cattivi odori provenienti dalla discarica. Una riunione partecipata visto il crescente interessamento al problema. 

Tra i presenti, oltre ai rappresentanti del quartiere, molti residenti della zona e alcuni dipendenti della discarica, il sindaco di Suvereto Giuliano Parodi che nei giorni scorsi ha interpellato Arpat e il consigliere comunale Riccardo Gelichi, portavoce della lista civica Ascolta Piombino che ha messo l'accento sui miasmi che si avvertono in quella zona nonostante le recenti comunicazioni da parte di Rimateria e Arpat (leggi qui sotto gli articoli correlati).

Assenti i rappresentanti dell'Amministrazione comunale piombinese e i vertici Rimateria.

"I miasmi che si diffondono nell’area di Montegemoli devono essere fermati, così come la discarica deve essere resa invisibile, o almeno non deve sembrare una discarica. Questa l’emergenza, poi ci sarebbe la parte imprenditoriale, dove un territorio come il nostro dovrebbe pretendere che attività ambientalmente impattanti abbiano una ricaduta compensativa sul territorio in termini economici", ha commentato Gelichi.

"Puntare il dito oggi su Rimateria com’è stato fatto ieri al Multizonale dalla politica, serve solo a soffiare sul fuoco, l’effetto è d’inizio campagna elettorale. Rimateria ha preso un’eredità pesante, un debito di venti milioni cui aggiungere i nove di fine campagna per il mantenimento della discarica, ce ne siamo accorti solo oggi? La responsabilità dell’odierna situazione è politica e pesa come un macigno, se questo territorio ha ospitato invano quattro discariche senza vedere alcun vantaggio economico".

E ha aggiunto: "Tutta la politica oggi dovrebbe pretendere che lo Stato avvii in fretta quel processo di bonifica e smantellamenti del Sin che non devono più attendere, un’area che diventa sempre più incontrollabile. Allora sì che potrebbe avviarsi quella che è stata tanto sbandierata come economia circolare e che a oggi è solo tangenziale, cioè dal territorio non si tratta ancora nulla e viene tutto da fuori. Il ciclo dei rifiuti, fatto con criterio, potrebbe diventare uno dei core business di questo territorio, costretto comunque a smaltire tutto lo schifo che ha prodotto in questi luminosi anni di benessere. Proviamo a guardare la luna, invece del dito, per una volta; sistemiamo alla svelta i problemi della discarica e avviamo un percorso serio per un nuovo Accordo di Programma, al cui interno siano protagonisti il ciclo dei rifiuti e la bonifica del Sin; ma servirebbe la politica, se una gratta la pancia ai cittadini, l’altra è assente da un pezzo".

Dina Maria Laurenzi
© Riproduzione riservata


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