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Attualità domenica 07 gennaio 2024 ore 09:51

Pasquinelli mitica saracinesca della Sempre Avanti

Aldo Pasquinelli

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia "Pasquinelli mitica saracinesca della Sempre Avanti" di Gordiano Lupi



PIOMBINO — Aldo Pasquinelli nasce a Piombino, il 30 Novembre del 1912, da Caterina Riparbelli e Lorenzo Pasquinelli e da giovane lavora nella ditta di costruzioni edili familiare. Il padre Lorenzo muore molto giovane schiacciato da un camion della ditta, un terribile incidente sul lavoro che contribuisce a cambiare le sorti della famiglia. Aldo è un uomo di bella presenza, un tipo alla Jean Gabin o Spencer Tracy, attori che ama molto, è un socialista liberale (antifascista) e pratica pure la politica, che lascia dopo molte disillusioni. Libertà e condivisione, sono gli alti valori che trasmette ai figli (Laura e Lorenzo), ma anche il rispetto nella vita per ciascun essere umano, soprattutto per i poveri e gli emarginati.

Aldo è molto noto a Piombino (che è sempre stata la sua città), molti amici gli vogliono bene, lui è un accanito lettore, i suoi libri preferiti sono i gialli e i volumi di storia, magari scritti da grandi giornalisti come Indro Montanelli ed Enzo Biagi. Lo scrittore piombinese Franco Micheletti è stato suo genero, con lui ha sempre avuto un rapporto stretto, come tra padre e figlio; il rispetto e un grande affetto reciproco sono state le basi che li ha sempre uniti, anche nel dolore e nella malattia, fino alla fine abbastanza prematura di Aldo. Franco Micheletti descrive così Aldo Pasquinelli nel racconto Adelina - in Cronache maremmane - che narra la conquista della futura moglie: “Uno dei giovanottelli che faceva la spola alla sua finestra, con giacchetto di pelle, bavero tirato su, alla guida di una motocicletta, era un bel ragazzo che avrebbe militato nella mitica squadra del Piombino, come portiere. Assomigliava a Jean Gabin ed era conteso da molte bimbette piombinesi”.

Aldo Pasquinelli, infatti, è uno dei primi portieri dell’Unione Sportiva Piombino, molto apprezzato da chi segue il calcio. Debutta tra i pali nella stagione 1928/29, Seconda Divisione Nord girone G (a sedici anni), disputando solo 5 gare con 6 gol subiti, in un Piombino che ancora si chiama Sempre Avanti. Il debutto assoluto è datato 3 Febbraio 1929 al Magona, prima di ritorno, Piombino - Robur Siena, che termina con un roboante 6 a 1 in favore dei padroni di casa. La storica formazione: Pasquinelli I, Masini I, Bianchi, Grevi, Marini, Pepi II, Badiani, Guasconi II, Masini II, Catena, Di Gaddo. Pasquinelli gioca anche la domenica successiva a Colle Val D’Elsa, dove i nerazzurri (in maglia bianca) perdono 3 a 0; è ancora tra i pali contro l’Empoli al Magona quando vinciamo 6 a 0; quindi a Pietrasanta (1-1) e a Pontedera contro il Sesto (1-2). Un buon campionato che vede il Piombino terzo dietro Empoli e Pietrasanta. Nella stagione successiva 3 presenze con 7 gol subiti e un Piombino ancora terzo dietro a Portuale Livorno e Littorio Firenze (imperano i nomi fascisti, purtroppo). Pasquinelli nel 1930/31 conta 7 presenze e 11 gol subiti, in un Piombino che vince il campionato e si aggiudica la promozione in Prima Divisione dopo gli spareggi. Si gioca al Salvestrini, storico stadio con velodromo, ché il Magona è ancora un sogno da venire; davanti ad Aldo c’è il più esperto Sbrana che disputa la maggior parte delle gare, anche Mangini si avvicenda tra i pali, ma il giovane piombinese comincia a farsi notare. La stagione in cui Pasquinelli diventa titolare inamovibile - anche se qualche gara la giocano Mangini e Sbrana - è la 1931/32, con 20 presenze e 35 gol subiti, in Prima Divisione. Il Piombino si piazza a metà classifica con 26 punti e nella squadra si nota la presenza di Rolando Marianelli, il primo piombinese ad aver giocato in serie A, fresco di ritorno a casa dopo aver disputato un campionato con la grande Pro Patria. Sempre Prima Divisione nel 1932/33, con 15 presenze e 34 gol subiti, alternandosi con il bravo Mangini, in una squadra costruita attorno a Marianelli, con bravi calciatori come Canova, Guasconi e Badiani, che arriva ottava e si salva. Nel 1934/35 - dopo un anno di sosta per il servizio militare - conta 25 presenze e 37 gol subiti (sempre Prima Divisione), titolare fisso, sostituito solo una volta dal giovane Beltrame. Pasquinelli sta fermo per due stagioni, forse (ma non abbiamo certezze) per motivi bellici e di richiamo alle armi per la guerra di Etiopia. Pasquinelli gioca anche in Serie C, nel 1937/38, con 27 presenze e 40 gol subiti, in un Piombino guidato dal mago ungherese Gyula Lelovich che retrocede tristemente, in crisi per lo scioglimento della società. Nella stagione 1938/39 a Piombino non c’è squadra di calcio, dopo la fine della Sempre Avanti e uno stadio che viene usato per scopi siderurgici legati all’industria bellica. Pasquinelli, insieme a Dante Pepi, decide di giocare nell’Elbana in Prima Divisione, ma della sola stagione che il bravo portiere ha giocato fuori dalle mura amiche non abbiamo documentazione. Pasquinelli termina la carriera nel suo Piombino, in Prima Divisione, nel 1939/40, con una squadra ricostruita attorno a vecchi campioni (tra questi Dante Pepi) per tentare il rilancio, che si chiama Dopolavoro Piombino, totalizza solo tre presenze e prende otto reti; gioca un campionato strano su un campetto improvvisato - per i tempi regolare - sotto la chiesa dei Frati (esiste ancora!). Il Piombino arriva terzo, ma conta poco, scoppia la guerra, finiscono i sogni, per diversi anni il calcio resta nel cassetto, per lui termina l’avventura perché ha già compiuto ventotto anni e ricominciare dopo il conflitto (nel 1945) è un’utopia. Ricordiamo solo - per cronaca - che il giorno prima dello scoppio della guerra il Piombino cade a Forte dei Marmi (4-0) e perde il treno per la serie C, anche perché si ritira “per motivi patriottici” (recita il comunicato della società), insieme a Monsummano e Montecatini. Promosso il Forte dei Marmi, ma il calcio, purtroppo, deve attendere tempi migliori.

La figlia Laura ricorda: “Mi raccontava di aver fatto la guerra e di essere scampato alla morte più volte. Come tutti in quel periodo storico obbligato a fare una guerra che non voleva”. Aldo Pasquinelli torna a casa, invece, riesce a vivere un periodo di pace e anche una discreta prosperità, dopo scioperi e lotte in fabbrica, conosce il boom del 1960, vive molto in via Ferrer, sempre a Piombino. Aldo muore il 4 Febbraio del 1982 - sei mesi dopo la nascita del nipotino Alessandro - e pochi giorni dopo la scomparsa viene ricordato al Magona con un emozionante minuto di silenzio prima della gara. In famiglia lascia un grande vuoto, sei mesi dopo la morte, se ne va anche la moglie, a soli sessant’anni. Resta il ricordo di una vita ben spesa, restano i frutti di tanto amore lasciato per il mondo sotto i suoi passi lievi. Resta non solo un ottimo calciatore, soprattutto resta un grande uomo.

Le foto e le notizie calcistiche sono state recuperate grazie al libro Almanacco nerazzurro 1919 – 2022, Oltre un secolo di calcio a Piombino di Giovanni Gualersi. Le notizie sulla vita di Aldo Pasquinelli sono state riferite dalla figlia Laura.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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