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Politica martedì 27 febbraio 2018 ore 11:59

Difesa per la diversificazione ancora possibile

Andrea Fanetti, coordinatore di Spirito Libero

Spirito Libero: "Non può passare un messaggio per il quale siamo disponibili a tutto pur di lavorare. Piombino in termini di inquinamento ha dato"



PIOMBINO — "Gli entusiasmi suscitati dagli ultimi sviluppi della questione Cevital-Jindaal, ci sembrano eccessivi seppur comprensibili per un territorio che ormai esasperato dall’incertezza verso il suo futuro si aggrappa a qualunque segnale di possibile ripresa". Questa è la disamina della lista Spirito Libero a pochi giorni dalla notizia dell'accordo in corso di definizione con il gruppo indiano per il rilancio dell'acciaieria di Piombino (leggi qui sotto gli articoli correlati).

In questi anni, trascorsi nella totale incertezza sull'effettiva risoluzione dello stabilimento, si è sviluppata in città la volontà di provare a sviluppare alternative al lavoro della fabbrica, strizzando l'occhio al turismo.

"Talvolta però assistiamo ad una discussione vecchia e scomposta tra due opinioni estreme: o fabbrica o turismo. - ha proseguito Spirito Libero - Questo crediamo faccia male, sia a un eventuale rilancio dell’industria, sia a un affermarsi graduale del turismo: noi da sempre parliamo di diversificazione e dentro questa parola, il turismo è solo una parte come la siderurgia è solo una parte, perché entrambi non garantiscono quella ripresa consolidata a livello occupazionale ed economico, che la nostra area geografica richiede. Diversificare vuol dire anche agricoltura, artigianato, Pmi, turismo, logistica e servizi collegati, verticalizzazione degli stessi prodotti siderurgici senza fermarsi al solo concetto di colare acciaio. Il tutto però necessita di una nuova armonizzazione che renda compatibile l’industria con tutto il resto perché questa non può più essere così impattante al punto di impedire ad altri settori di svilupparsi o alla stessa industria pesante di evolversi verso il prodotto finito". 

Secondo la lista Spirito Libero dal passato bisogna trarre insegnamento ed evitare che la popolazione e il territorio paghino in termini di salute e occupazione del suolo a favore di una siderurgia moderna.

"Lasciamo ai tecnici decidere cosa sia meglio fare per il futuro delle acciaierie, ma se guardiamo al mondo la dove questi è evoluto, vediamo che con i dovuti investimenti e la volontà dei governi, si arriva a costruire fabbriche che non hanno niente a che vedere con quelle di una volta, mentre nel frattempo, le leggi continentali circa le emissioni contaminanti, hanno stabilito dei limiti ben precisi. - e ha concluso - Piombino in termini di inquinamento, ha già dato anche troppo e seppur consapevoli che bisognerà accettare dei compromessi non può passare un messaggio per il quale siamo disponibili a tutto pur di lavorare”.

Questo dovrà tenerlo ben presente chi rileverà l'acciaieria.


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