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Politica giovedì 03 marzo 2016 ore 15:09

"L’Unione dei Comuni rischia di nascere vecchia"

Per Costa Toscana Cambiaverso è meglio l’associazioni delle funzioni per ridurre i costi e qualificare i servizi, Castagneto e Val di Cecina comprese



PIOMBINO — La Val di Cornia è spesso stata espressione di politiche di area, esempi sono stati i piani regolatori degli anni '70, la costituzione della Società Parchi negli anni '90. Scelte fatte nel segno di incidere insieme sul territorio. Questa considerazione, stimola l'associazione Costa Toscana Cambiaverso a riprendere in mano l'ambizione di gestire insieme i servizi.

Ma, la costituzione dell'Unione dei Comuni risale ad una proposta del Pd del 2008 e riproporla oggi, come commentano dall'associazione, verrebbe percepito come "politicamente poco credibile e scarsamente innovativo". 

"Le recenti novità hanno cambiato il quadro e il superamento delle province così come le riforme in campo su sanità e assetti istituzionali richiederebbe una scala di governo ben più ampia della sola Val di Cornia.  - spiegano in una nota - Per questo la proposta dell’Unione dei Comuni oggi rischia di nascere già vecchia e inadeguata anche ad un rapporto nuovo e unitario con Castagneto e la Val di Cecina".

La proposta di Costa Toscana Cambiaverso è: l’integrazione delle funzioni tra i comuni della Val di Cornia, il rafforzamento politico della conferenza dei sindaci, l’apertura di questo processo a successive integrazioni territoriali con i comuni limitrofi senza essere noi ad imporre assetti istituzionali preordinati e decisi in solitudine.

"Gli asili nido, il sistema delle biblioteche e degli archivi, la comunicazione istituzionale, la polizia municipale, le funzioni amministrative come i servizi informatici e il personale: sono i sei campi sui quali si può intervenire subito con la semplice associazione di funzioni. - proseguono - A questo si possono aggiungere anche funzioni più strategiche come l’urbanistica.

L’obiettivo è concreto e fattibile: ridurre a regime le spese, non arretrare rispetto ai servizi ai cittadini, rafforzare sul piano politico un territorio che si prepara ad aprirsi ulteriormente. Purtroppo si registrano spesso resistenze o, quando va bene, lentezze enormi e i comuni, per quanto messi a dura prova dai tagli economici e dal blocco delle assunzioni, invece di considerare naturale la strada di mettersi insieme per gestire i servizi ai cittadini lo fanno solo quando glielo impone la legge. E quando le scelte si fanno perché costretti e senza una programmazione, i risultati sono il caos organizzativo e il peggioramento della qualità dei servizi.

E’ del tutto evidente che le fusioni hanno una efficacia la dove sussistono le condizioni e dove non sono percepite dai cittadini come scelte di vertice, in questo senso l’esempio di Suvereto deve insegnare a tutti. - commentano - Per questo nel nostro territorio per cogliere questi obiettivi occorre riprendere un forte lavoro nella società e una forte coesione istituzionale, prima ancora che elaborare soluzioni studiate a tavolino".


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