Politica

Cave e parco archeominerario, consiglio spaccato

L'approvazione dello schema di protocollo d'intesa ha visto il voto contrario del Gruppo 2019. Per Campiglia Comune un passo storico

Una cava (Foto di repertorio)

Nel corso dell’ultimo Consiglio comunale a Campiglia Marittima è stato discusso e approvato lo schema di protocollo d'intesa che vincola Comune, Regione e azienda a costruire da subito un percorso chiaro, con tempistiche scandite e definite, per pianificare buona parte del futuro della porzione di territorio interessata dalle cave (leggi qui l'articolo collegato).

Il punto non è stato approvato all'unanimità e ha visto scostarsi il Gruppo 2019.

"Purtroppo non v’è stata l’unanimità che tanto auspicavamo sull’approvazione dello schema di protocollo di intesa per il recupero e lo sviluppo del patrimonio ambientale, industriale, archeologico e culturale dell’area Monte Calvi. - ha commentato il gruppo di maggioranza Campiglia Comune - Il Gruppo 2019, infatti, nonostante in passato si sia espresso in modo conforme alla visione dell’Amministrazione, non ha ritenuto di votare a favore, facendo sterili congetture e tentando di minimizzare l’importante progetto portato avanti dall’Amministrazione, già condiviso con la cittadinanza attraverso una serie di incontri pubblici sul tema. Progetto che in linea con il programma elettorale ha preso corpo grazie agli sforzi e al duro lavoro dell’amministrazione nonostante il periodo di lockdown".

"L’approvazione di tale protocollo di intesa è davvero un passaggio storico. - hanno aggiunto - Per la prima volta mettono nero su bianco una data di fine alle escavazioni, e lo fanno prevedendo un dettagliato percorso, con tempistiche serrate e precise che, grazie alla collaborazione di tutti, porterà la valorizzazione del Parco Archeominerario di San Silvestro, senza lasciare indietro niente e nessuno. I tempi previsti sono lunghi secondo il Gruppo 2019. Volevano forse chiudere le Cave domani? Come esattamente? Con il fallimento aziendale che avrebbe lasciato i lavoratori a casa e il fronte di cava una ferita senza prospettive per il territorio? Ce lo spieghi".

Per Campiglia Comune, invece, quella dell'Amministrazione è stata una attenta pianificazione che tutela l'ambiente. "Il gruppo di minoranza mente sapendo di mentire quando allude al fatto che i quantitativi scavabili previsti dal Piano Regionale Cave non si potranno scavare dove si svolge attualmente l’attività estrattiva, in quanto come si legge dal protocollo, la prosecuzione dell’attività si svilupperà in profondità. - e hanno concluso - Come al solito molto rumore per nulla. Un vero peccato".

La posizione del Gruppo 2019 è stata fissata in un post Facebook del consigliere Nicola Bertini in cui da un lato plaude "la consapevolezza che il Parco Archeominerario di San Silvestro ha potenzialità ben più ampie rispetto all’attuale patrimonio valorizzato ed è importante che ci si ponga l’obiettivo di recuperare aree di sicuro interesse come l’Etruscan Mines. Ma - ha aggiunto - oltre agli auspici, nel Protocollo d’Intesa tra Comune di Campiglia, Regione e azienda di escavazione operante nell’area, non si va. Ciò che invece c’è ed è sicuro, è l’impegno alla nuova concessione a Cave di Campiglia dopo la scadenza del 2028, il che porterebbe la data di cessazione dell’attività della cava almeno al 2048. Il Piano Regionale Cave mantiene su Monte Calvi una previsione escavativa abnorme: 16 milioni di metri cubi e il progetto di fondere i due fronti cava, quello di San Carlo con quello di Campiglia, non è affatto naufragato poiché non era incluso nel Piano Regionale Cave. È evidente che in un protocollo d’intesa su Monte Calvi dovevano essere coinvolti anche San Vincenzo e Suvereto poiché la possibilità di promuovere il sistema dei parchi e di ottenere una reale valorizzazione e tutela del patrimonio presente sulle nostre colline, passa anche dagli scenari che si definiscono al di là del confine amministrativo del Comune di Campiglia. Sugli scenari della riconversione economica andava come minimo coinvolto Piombino, ma anche di questo non si è voluto tener conto. Per Monte Valerio poco da dire. La Regione ha confermato i 7 milioni di metri cubi previsti, togliendo l’assurdo giacimento potenziale che si avvicinava ulteriormente alle Lumiere".

"Senza un radicale ripensamento delle linee strategiche di sviluppo da parte della Regione e da parte delle Amministrazioni locali, se ne riparla tra trent’anni. - e ha concluso - Anzi, altri ne riparleranno tra trent’anni e chissà cosa avranno da dire sul nostro conto".