Lavoro

"Discutere di una cassa integrazione a rotazione"

E' la proposta di Mirko Lami (Cgil) all'indomani della firma per il passaggio ufficiale di Aferpi a Jindal. Tempi e ammortizzatori "la vera incognita"

Mirko Lami

Il giorno dopo le firme ufficiali per il passaggio di Aferpi a Jindal e l'Accordo di programma, il segretario Cgil Toscana con delega al mercato del lavoro e alle attività produttive Mirko Lami ha commentato il passo che ha aperto nuovi scenari per Piombino, ma anche incertezze per i lavoratori legati ai tempi di realizzazione degli step del piano industriale.

“Il primo riguarda la siderurgia globale. - ha detto Mirko Lami - Jindal, tra i primi 10 produttori di acciaio nel mondo, con questa acquisizione operazione mette una sua sede all'interno del panorama europeo. Il secondo riguarda Piombino. La città e il comprensorio potrebbero avere una siderurgia compatibile con l'ambiente in una fetta di territorio ridimensionata rispetto a prima e, per come recita l'accordo di programma, con aree libere e bonificate dai vecchi impianti, utilizzabili da altri imprenditori di altri settori, la cantieristica per esempio, oppure attività legate al turismo".

Per questo, però, sarà necessario lo sforzo delle istituzioni a portare a segno altri obiettivi "come adeguare le infrastrutture, la strada 398 e una ferrovia che arrivino al porto, necessari saranno anche interventi per la raccolta dell'acqua necessaria per alimentare la fabbrica ed il territorio", ha spiegato.

"Tutto ora dipende dalla volontà che Jindal metterà in campo per produrre acciaio e non solo per lavorarlo. - ha aggiunto - Per tornare a colare acciaio bisogna costruire i forni elettrici, ci vorrà del tempo, e qui sta la vera incognita per i lavoratori che non hanno ammortizzatori per il tempo necessario. Da subito bisogna aprire un tavolo di discussione sugli strumenti necessari a tutela di quei lavoratori che dovranno essere accompagnati fino al giorno in cui si tornerà a produrre acciaio".

Gli ammortizzatori infatti scadono a fine 2018 e nonostante la possibilità di rinnovo non saranno sufficienti per arrivare alla data della ripartenza. "Si dovrà discutere di una cassa integrazione a rotazione utilizzando lo strumento di area crisi complessa. - ha proposto Lami - La cassa integrazione a rotazione assicurerebbe uno stipendio non da fame e nello stesso tempo consentirebbe di restare sempre agganciati all'azienda”.