Il Partito Democratico di Campiglia si esprime sulle foibe e sul caso Norma Cossetto emerso con l'ultimo Consiglio comunale e lo fa per sostenere la capogruppo Sara Brogioni e il gruppo consiliare nella decisione di non intitolare una via a Norma Cossetto.
"Perché, - si legge in una nota - come affermato dalla sindaca Ticciati, siamo favorevoli alla riconciliazione e alla pacificazione nazionale, ma non ai tentativi di riscrivere la storia. In passato, abbiamo convintamente sostenuto l’intitolazione di una via a tutti i martiri delle Foibe e partecipato alle celebrazioni del Giorno del Ricordo. Difatti, non possiamo certo negare fatti storici accertati, sarebbe assurdo e controproducente. Ma, il dibattito odierno non ha niente a che vedere con questa pagina buia della nostra storia. Questo dibattito è stato scatenato dall’opposizione per opportunità politica, ma viene da lontano. L’intitolazione delle vie a Norma Cossetto è proposta dal comitato 10 febbraio, un’associazione presieduta da Emanuele Merlino, capo della segreteria tecnica del Ministero della Cultura. Merlino è l’uomo forte di Fratelli d’Italia all’interno del ministero, nonché principale costruttore di un’egemonia culturale di destra. In questa strategia, la memoria è importantissima. Nell’ottica di Fratelli d’Italia, appare vitale parificare i crimini del nazifascismo con quelli del comunismo italiano e jugoslavo. Solo così, gli eredi del fascismo e del movimento sociale possono acquisire pari dignità culturale. La parificazione significa riscrivere la storia e non conoscere la Costituzione sulla quale il governo ha giurato. Perché la Costituzione è stata scritta dalle forze democratiche, tra cui rientrava il Partito Comunista, e chiarisce perfettamente che l’Italia è una Repubblica antifascista. Inoltre, gli orrori ingiustificabili che si sono verificati al confine con la Jugoslavia per mano dei partigiani titini possono essere contestualizzati come reazione alla violenza della precedente occupazione nazifascista. Infine, respingiamo con ogni forza la comparazione dei crimini perché quelli nazifascisti sono su un’altra scala, visto che hanno travalicato qualsiasi confine. Nel giro di pochissimi anni, tali crimini hanno coinvolto il mondo intero con una efferatezza che probabilmente non si era mai vista nella storia. Siamo quindi disponibili a commemorare tutte le vittime innocenti e Norma Cossetto indubbiamente lo era. A lei e alla sua famiglia va tutta la nostra solidarietà umana e politica. Ma intitolargli una via non significa tanto commemorarla, quanto fare il gioco di chi non è minimamente interessato alla sua figura. Bensì interessato a creare feticci per riabilitare quel male assoluto che fu il fascismo. Come Pd - hanno proseguito - rimaniamo quindi disponibili alle iniziative di riconciliazione nazionale, in grado di divulgare e contestualizzare la nostra storia. Siamo disponibili a interrogarci sugli errori e sui crimini commessi da ogni parte politica e commemorare ogni vittima innocente. Con un approccio laico che sappia omaggiare tutte le vittime della storia, possiamo ricordare non solo Norma Cossetto, ma anche i fascisti vittime innocenti degli anni di piombo, dalla famiglia Mattei ai ragazzi di Acca Larenzia. Ma non saremo mai e poi mai disponibili a creare santuari che la destra può strumentalizzare per affermare posizioni indifendibili, sia dal punto della storia che della Costituzione".
Nelle stesse ore si è espresso anche il segretario della Federazione Pd Val di Cornia Elba Simone De Rosas che ha ribadito il concetto.
"Memoria e rispetto della storia non possono mai trasformarsi in strumentalità politica, cosa che invece caratterizza la destra italiana sulla vicenda drammatica delle foibe e gli attacchi scomposti e offensivi a Sara Brogioni di questi giorni ne sono l’ennesima riprova. - ha commentato - A maggior ragione in un Comune, quello di Campiglia Marittima, dove il Giorno del Ricordo viene celebrato ogni anno e fin dal 2008, non dalla mozione del gruppo La Svolta, esiste un luogo dedicato alle vittime delle foibe. Nessuna rimozione, quindi, e nessuna volontà di cancellare o negare la memoria storica delle foibe. Nessun tentativo di celare la violenza assassina ingiustificabile dei titini. Al contrario la destra, con cadenza annuale, usa quella scadenza triste e le sue vittime innocenti non per contribuire a una faticosa conciliazione condivisa su quel tempo ma per una inutile battaglia tra giusti e ingiusti, tra buoni e cattivi, manipolando spesso la storia per accomunare vergognosamente, come mi è capitato di leggere, quegli assassini alla storia della sinistra italiana. E dimenticando sempre di raccontare come in quei luoghi, già martoriati da un ventennio di dominio fascista, la X MAS di Borghese, le truppe tedesche e i volontari della Rsi condussero per anni operazioni di repressione spesso e volentieri contro la popolazione civile. E proprio contro le donne in una guerra ideologica combattuta da uomini, certamente anche contro le donne. Ha ragione la capogruppo Brogioni. Questo non toglie nulla alla tragicità delle foibe che hanno visto la violenza, gli stupri, la morte di tantissime persone, slave e italiane, spesso vittime incolpevoli come lo è stata Norma Cossetto, forse anche perchè donna, come tante altre donne istriane ma anche slovene, croate, serbe, montenegrine che hanno subito la stessa sorte e che non vengono mai ricordate da nessuno in nessuna mozione. Chiedere le dimissioni della capogruppo Brogioni è, ancora una volta, usare quella storia per trasformarla in lotta politica e per questo ancora di più inaccettabile. Sono sicuro che Sara e l’amministrazione comunale di Campiglia tutta sapranno portare avanti in modo condiviso, come fatto in questi anni, iniziative in ricordo di quelle vittime nei modi e nelle forme che riterranno più giuste. Al consigliere Landi che addirittura chiede la condanna del consiglio regionale, ricordo che ci sono mille e uno problemi che affliggono la nostra isola. Si occupi e occupiamoci di quello e lasciamo la storia agli storici".