Politica martedì 25 febbraio 2025 ore 10:19
"Affermazioni gravissime, Brogioni si dimetta"

Scintille per le dichiarazioni della consigliera e presedente della Commissione Pari opportunità su Norma Cossetto. Brogioni: "E' Femonazionalismo"
CAMPIGLIA MARITTIMA — I consiglieri dei gruppi di opposizione a Campiglia Marittima hanno chiesto le dimissioni della consigliera Sara Brogioni, presidente della Commissione Pari opportunità. Il motivo? La querelle sulla proposta di intitolare uno spazio pubblico a Norma Cossetto, che la maggioranza ha respinto in Consiglio comunale. Brogioni, nel riportare le motivazioni in un post social, ha definito presunte e incerte la storia e le violenze subite da Norma Cossetto nell'autunno del '43 prima di essere gettata nella foiba di Villa Surani. Così si infuriano le opposizioni.
"Apprendiamo con sconcerto e sdegno delle dichiarazioni di voto messe per iscritto sul proprio profilo social. - hanno commentato dalle opposizioni - La consigliera e capogruppo Brogioni arriva perfino a mettere in discussione la Medaglia d'Oro al Merito Civile conferita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2006 e mai rettificata dai successivi due presidenti dicendo che 'le fonti sulla vita e la morte della Cossetto sono incerte'. Queste affermazioni, gravissime, negano la storia e sono un'offesa indecente ai familiari di Norma Cossetto e al ricordo di questa donna barbaramente violentata e uccisa. Sono anche queste le ragioni per cui oltre 400 Comuni hanno deciso di dedicarle uno spazio pubblico, a differenza dell'incomprensibile scelta della maggioranza che governa Campiglia Marittima, a questa donna-simbolo. Chi si fa interprete di queste affermazioni con reiterata convinzione e pervicacia non può presiedere una commissione che si occupa di pari opportunità. Per questi motivi, per mettere un punto su questa vicenda e per ripristinare un clima fisiologico di confronto tra maggioranza e opposizione riteniamo doverose le sue dimissioni".
Arrivano, poi, attraverso i social alcune precisazioni da parte della stessa Brogioni.
"Non sono e non sarò mai una negazionista. - si legge - Se di un testo si legge solo la parte che vi fa comodo, i negazionisti forse siete voi. Se un fatto non è suffragato da prove certe, è presunto. Si è innocenti fino a prova contraria, per nostra fortuna. Siccome poi mi si raccomanda cosa dove e come documentarmi, propongo io alcuni argomenti, visto che da viva, posso farmi parte attiva nella lotta al patriarcato, rifiutando di esserne una vittima inerme. Mi spiace molto che la Cossetto sia esempio di Femonazionalismo: la sua storia usata dalle destre per cercare di appropriarsi di riferimenti femministi, per attirare consenso. La retorica femonazionalista è infatti usata con sempre più frequenza per tacciare gli avversari politici di sessismo, insensibilità, revisionismo e negazionismo. Norma Cossetto non è stata vittima di femminicidio però, non è morta in quanto donna o perché era la figlia di, come purtroppo ho dovuto leggere sulla stampa e sui social media dai sostenitori della minoranza. È una vittima di guerra, e come tutte le altre non meritava quanto accaduto. L’iper femminilizzzazione della vittima tuttavia è quanto di più lontano mi auspicherei di sentire nella discussione politica: ai soli fini di propaganda infatti viene celebrato il suo martirio, che è collegato all’idea patriarcale del sacrificio della donna che, per sua vocazione di cura nei confronti dell’uomo (il padre, in questo caso) muore per la patria e per la causa. Molto più offensivo per la sua memoria ritengo tuttavia la vittimizzazione secondaria che subisce la Cossetto: ancora una volta il corpo delle donne, e in particolare la violenza subita, viene usato per ingenerare un secondo trauma, in chi osserva, segue e commenta l'accaduto. Con la parola strumentale pensavo di aver riassunto bene tutto ciò, anche al fine di renderlo comprensibile al maggior numero di persone possibili".
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