Alla fine del mondo
di Blue Lama - domenica 23 febbraio 2025 ore 09:46

Sono fuori da tutte le rotte turistiche più trafficate e quindi ci devi andare apposta, programmando una lunga deviazione. Ma ne vale la pena. Sto parlando delle cascate di Iguazù, classificate nel 2012 - giustamente - fra le nuove sette meraviglie del pianeta.
Le cascate di Iguazù si trovano al confine fra l'Argentina e il Brasile. Sono formate dal fiume Paranà quando precipita vorticosamente in una gigantesca fenditura rocciosa profonda 150 metri, producendo 273 salti d'acqua alti fino a 70 metri per una larghezza complessiva di 7 chilometri e mezzo. Intorno alle cascate si sviluppa una fitta foresta tropicale e sulla fenditura aleggia perennemente il vapore prodotto dall'acqua quando impatta sul letto del fiume. L'insieme, dall'alto, è una visione apocalittica.
Le cascate di Iguazù si possono visitare sia dal lato argentino, che peraltro accoglie l'80% della loro estensione, che da quello brasiliano, lungo circa 600 metri. Entrambi i fronti sono parchi protetti, dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco negli anni Ottanta. Il mio consiglio è di perlustrarli il più possibile entrambi: sono collegati da navette e attrezzati con passerelle pedonali che consentono di affacciarsi sulle cascate da innumerevoli punti di osservazione, seguendo camminamenti ben segnalati in mezzo a una vegetazione magnifica popolata da uccelli e da molti altri animali. Diffusissimi i coati.
Gommoni e piccole imbarcazioni risalgono il fiume portando i turisti fin sotto alle cascate, fra ondate, gorghi e spruzzi altissimi. Sembra di essere sulle montagne russe e ci si infradicia completamente. Ma quando sei lì non ti vuoi perdere niente di quello spettacolo unico al mondo.
Nel 2020, in piena pandemia di Covid-19, le cascate di Iguazù affrontarono un periodo di impressionante siccità: il flusso del fiume Paranà diminuì da 1.500 metri cubi d'acqua al secondo a meno di 300. La quasi totalità dei salti d'acqua si prosciugò. Le autorità del Parco nazionale dichiararono che si trattava di un fenomeno ciclico che si ripeteva ogni 10-15 anni ma che non era mai stata registrata una siccità così estrema.
Nei mesi successivi l'emergenza lentamente rientrò, il fiume ricominciò a ingrossarsi e recuperò la portata usuale. Nel 2023 si è però verificato il fenomeno opposto: la portata del Paranà è aumentata fino a superare di 16 volte il livello consueto e l'acqua arrivò addirittura a sommergere, per qualche settimana, le passerelle per i visitatori.
Non so come questi accadimenti siano gestiti dai governi del Brasile e dell'Argentina nè quanto dipendano dal cambiamento climatico o dall'intervento dell'uomo, come le sei dighe costruite a monte, sul lato brasiliano. So solo che, quando le cascate di Iguazù mi sono apparse per la prima volta davanti agli occhi, ne fui abbagliata e pensai: "Questo posto è la fine del mondo!". Poi mi resi conto che quella frase era del tutto inadeguata: tanta bellezza, grandiositá e forza potevano simboleggiare solo un inizio, il miracoloso inizio della vita sulla Terra.
Quel luogo è un santuario della Natura. Sono certa che profanarlo non potrá che portare terribili disgrazie. Per tutti.
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Blue Lama