Lavoro

"Jsw chiede un anno per il piano industriale"

Per il sindaco di Piombino è una richiesta ingiustificabile: "Non ci possiamo più permettere il lusso di attendere ancora"

L'ingresso dello stabilimento Jsw Steel Italy a Piombino

"Non c’è Covid né crisi sanitaria che possa giustificare il rinvio di un ulteriore anno per il piano industriale di Jsw. La richiesta della Società non solo è irricevibile ma addirittura offensiva". Parole del sindaco di Piombino Francesco Ferrari che aggiungono un nuovo sviluppo del percorso per il rilancio dello stabilimento siderurgico.

"Piombino ha già ampiamente pagato il prezzo per scelte sbagliate, attese inutili, responsabilità mai prese che, di fatto, hanno distrutto l’economia della città. Non ci possiamo più permettere il lusso di attendere ancora. - ha aggiunto il sindaco- Ne va della sicurezza occupazionale di tanti lavoratori, diretti e dell'indotto, che da anni sopravvivono grazie alla sola cassa integrazione ma che hanno diritto di avere prospettive lavorative, ne va del futuro di un intero territorio. Anche perché sino a che non saranno noti i reali progetti dell’azienda, non sarà possibile pianificare l’uso del territorio. Ed invece, è necessario e urgente conoscere quali spazi continueranno a essere utilizzati della fabbrica e quali invece potranno ritornare a servizio della città". 

"Dopo la proroga di 4 mesi richiesta lo scorso Gennaio, ottenuta tacitamente dal Mise nel fragore dell’emergenza da pandemia, adesso altri 12 mesi di nulla suonano solo come l’ennesima scusa vergognosa. Anche perché è la stessa azienda, pur dichiarandosi intenzionata a parole a rimanere in Italia, a evidenziare una difficile percorribilità del futuro progetto industriale. È allora doveroso conoscere concretamente gli scenari che ci attendono. Continueremo a lavorare in tutte le sedi deputate affinché la nostra comunità abbia risposte e che l’azienda porti a termine i propri progetti".

"Questo passa doverosamente dall’impegno che il Governo deve prendersi per porre le condizioni affinché l’azienda voglia investire, rilanciando così il territorio e la sua economia industriale, all'interno di un piano nazionale dell'acciaio. - ha proseguito Ferrari - Passa da una sincera attenzione dei rappresentanti dei vari Ministeri, a dir poco scarsa negli ultimi anni. Passa da un progetto di investimenti statali e comunitari che concentrino risorse importanti e certe a un territorio che altrimenti rischia la morte economica e sociale. Passa dal coraggio che Piombino diventi luogo di sperimentazione di una nuova economia, basata sulle opere infrastrutturali colpevolmente mancanti, sulle bonifiche e sul conseguente insediamento di nuove attività produttive. - e ha concluso - Piombino non può più attendere".

La richiesta da parte dell'azienda appresa in una nota dell'Amministrazione comunale arriva all'indomani dell'annuncio della sottosegretaria Pd Alessia Morani dell'interesse di Jindal a mantenere l'interesse per lo stabilimento piombinese e della programmazione di un incontro fissato per il 3 Giugno (leggi qui l'articolo collegato).