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Wecologistic, il Comitato spiega perché dire no

L'appello è diretto ai consiglieri comunali che dovranno votare per la variante al Regolamento Urbanistico funzionale al progetto Wecologistic

Nel Consiglio comunale del 5 febbraio i consiglieri si esprimeranno sulla variante al Regolamento Urbanistico per destinare un'altra area al trattamento dei rifiuti nell'ambito del progetto di Wecologistic per la gestione dei rifiuti.

"Come Comitato Salute Pubblica ci siamo già espressi contro questo nuovo impianto, sia per motivi di carattere generale che di tutela ambientale; a suo tempo abbiamo anche presentato 13 osservazioni alla procedura di Aia in corso di valutazione dalla Regione Toscana", ha commentato il Comitato Salute Pubblica in una nota in cui uno a uno vengono snocciolati i motivi della loro contrarietà.

"La nostra zona è riconosciuta come area di crisi industriale complessa, con un drammatico problema occupazionale. Il territorio costituisce la nostra ricchezza, il suo utilizzo deve rispondere agli interessi generali e portare al maggior numero possibile di nuovi posti di lavoro, non deve solo garantire profitti a chi investe. - hanno esordito - Come altre ditte che si stanno affacciando sul nostro territorio in questo periodo, l’una collegata all’altra, anche la Wecologistic tende a trasformarlo in un distretto per il trattamento e lo stoccaggio e la spedizione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Neanche la Wecologistic, al pari delle altre ditte, è legata alle esigenze delle industrie e delle attività locali, o delle bonifiche. Esse hanno tutte come riferimento il mercato nazionale e internazionale e ostacoleranno di fatto la diversificazione verso agricoltura, turismo, nuove attività legate al mare, tutto questo senza favorire il rilancio della siderurgia". 

Preoccupazione del Comitato anche sul piano dell'impatto ambientale conseguente alle lavorazioni e alle emissioni, soprattutto considerando che l'area su cui si intende sviluppare questo progetto, a meno di un chilometro dall'Oasi Wwf, vicinissima a campi coltivati e a 500 metri da abitazioni civili e a meno di 100 metri da altre aziende dove sono presenti lavoratori. Il Comitato non trascura nemmeno l'aumento dei trasporti via mare, ferroviari o camion, quest'ultimi "che andranno a peggiorare il traffico già congestionato dell’unica via di accesso a Piombino".

"Ci auguriamo che il Consiglio comunale del 5 febbraio, preso atto di questi importanti aspetti della questione, decida di non modificare il Regolamento Urbanistico. Farlo significherebbe un altro passo verso la consegna della città e del comprensorio ad una nuova monocoltura, quella dei rifiuti. Piombino non vuole questo futuro. Chi ci amministra deve prenderne atto", hanno concluso.