RIGASSIFICATORE

Progetto Piombino, "rigassificatore è una parte"

Aumentano i firmatari del patto per un rilancio economico del territorio che passa anche dal rigassificatore nel porto di Piombino

Golar Tundra

Tra rinunce e nuove adesioni sono 55 i firmatari dell'Appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino.

"Il rischio è quello di un territorio sempre più povero e marginalizzato. - si legge nel documento - Un’economia asfittica e composta da redditi non produttivi e con un territorio ampiamente compromesso da oltre un secolo di siderurgia, sono elementi che non possono essere sottovalutati, e che, in realtà devono essere affrontati con ampia visione e determinazione. In questo ambito, Piombino ha un incredibile bisogno di investimenti importanti che rendano produttivi i circa 700 ettari di territorio industriale, riattivando un sistema economico territoriale che crei nuovi posti di lavoro".

Ciò alla luce dei dati evidenziati: 1.289 posti di lavoro persi e 153 imprese dismesse, molti redditi provenienti da cassa integrazione e il 39% da pensione. 

"Non possiamo non prendere atto della grave crisi energetica che sta mettendo in seria difficoltà l’intero sistema produttivo nazionale ed europeo, oltre alle stesse famiglie; circostanza che rende il rigassificatore di Piombino un’infrastruttura strategica in materia di sicurezza nazionale. - hanno aggiunto - Questa non secondaria circostanza pone Piombino al centro dell’agenda politica nazionale, attuale e futura, con una forza senza precedenti, tale da poter ottenere un Progetto Piombino complessivo per il rilancio del territorio, in cui il rigassificatore può essere una parte".

Si parla dunque di "un Decreto Piombino che, con l’attribuzione di poteri commissariali, rappresenterebbe una svolta rispetto al recente passato".

"Chiediamo il massimo rigore nella valutazione del progetto del rigassificatore da parte degli enti coinvolti, che debbono procedere con gli approfondimenti necessari previsti in materia di sicurezza, di tutela dell’ambiente e di verifica delle compatibilità con altre attività già presenti sul territorio, in particolare con la logistica e le attività portuali. - - hanno concluso - La svolta autentica del territorio può davvero, oggi più che mai, essere a portata di mano; ovviamente dipenderà dalle scelte e dagli impegni che saranno assunti".

L'appello, ricordiamo, in un primo momento era stato firmato da 51 persone, tra esponenti Pd e di Italia Viva, del territorio di Piombino e della Val di Cornia (leggi qui l'articolo collegato).

“Un progetto - si legge nel documento - che riguardi le emergenze storiche di questo territorio: dalla strada di accesso, alla bonifica della centrale Enel e del Sin, allo sviluppo ulteriore della logistica portuale, ad un ampio progetto per le energie rinnovabili con l’obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del polo industriale e del sistema delle imprese locali, anche con tariffe agevolate sul gas”.