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martedì 19 marzo 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

DIZIONARIO MINIMO: Pubblicità

di Libero Venturi - domenica 21 maggio 2017 ore 08:00

Pubblicità

Ovvero perché non si può più pranzare o cenare in casa, in formato famiglia o in solitaria, con la televisione accesa. Già le notizie del telegiornale non sono il massimo, ma è il contorno pubblicitario ancora meno digeribile. Vengo e mi spiego.

Dunque, non so se avete presente la "secchezza vaginale". Una signora, rivela al Paese, in tivvù a reti unificate, di esserne affetta. Bella donna, peccato. Un problema davvero seccante! Esiste qualcosa di peggio di una vulva arida? Nemmeno un cuore arido arriva a tanto.

Ma purtroppo c'è qualcosa di peggio ed è un flagello biblico che, dalla discendenza di Eva in poi, affligge le generazioni femminili, sotto forma di fastidio: il "prurito intimo"! Ci devono essere focolai epidemici diffusi e mamme e figliole trovano finalmente il coraggio di confessarselo e fare outing: prude loro la passera, che si sappia! E, diversamente dai maschi sguaiati e maleducati che non esitano ad accomodarsi il pacco a mani nude, non prima di avergli assicurato una salutare grattata di coglioni, le donne non possono. Non sarebbe bello, anzi decisamente sconveniente. Allora si limitano ad avvertire e rassicurare tutti noi alla televisione che c'è finalmente una pomatina che è un toccasana. E viene da chiedersi, della serie nel più ci sta il meno, ovvero non c'è limite all'intimo, perché non trattare anche lo spinoso problema del "prurito anale", oltretutto -credo- trasversale ai generi? Comunque sia, speriamo che la pomata per la patata funzioni perché alle donne se gli prude la "vaginga" è un bel casino!

Ma non divaghiamo poiché, fra questi mali di genere endemici che colpiscono le femmine del pianeta, esiste una fattispecie vieppiù grave: la "vaginosi batterica"! Oddio! Come si prende? S'attacca? Partono già le discussioni, a tavola riunita, sull'eventuale necessità o obbligatorietà di un vaccino per creare l'immunità di gregge che ci preservi dalla terribile piaga. Di cui anche noi maschi, per qualche motivo relazionale, saremmo interessati.

Ma tutto questo, che sarebbe già tanto, non basta. Vogliamo parlare dell'incontinenza e delle perdite urinarie? Come privare la memoria olfattiva nazionale di quei puzzetti sospetti in ascensore? La pubblicità ci propone questo disgustoso scenario, ma al contempo si premunisce di avvisarci che esistono rimedi efficaci. Apprendiamo infatti con sollievo che sono sul mercato dei pannolini-sottiletta multimarca che, per fortuna, fanno miracoli, salvando la reputazione della distintissima signora in ascensore, senza far trasparire e traspirare alcunché.

E poi c'è la dottoressa che chiede, fissando la camera -e sembra che dica proprio a te- se sei affetto da flatulenza, diarrea, stitichezza e disturbi vari dell'apparato digerente e intestinale; così ti senti in colpa, ti sembra che tutti gli altri ti guardino, lo sappiano. Per non dire della giovane donna che esce dal cesso ballando e cantando: era una vita che non andava di corpo e ora esterna tutta la sua raggiante e incontenibile felicità. A volte si dice una cacata! Ai nostri tempi, quelli di Carosello e poi a letto, c'erano la dolce Euchessina che regolava l'organismo per grandi e piccini con testimonial Cino Tortorella, alias Mago Zurlì e Tino Scotti che reclamizzava il confetto Falqui ad effetto lassativo che, diceva, "basta la parola". Perché in effetti, per dirla con Lino Banfi, una parola è poca e due sono troppe, sopratutto in questa materia. La tivvù era in bianco e nero, si capiva comunque che era tutta roba per cacare, ma con più classe, senza i coloriti effetti speciali di adesso. E sorvoliamo sulla pubblicità di ragadi ed emorroidi.

Gli uomini in pubblicità sembrano cavarsela meglio o quasi. Intanto nessuno dice che gli prude e, del resto, per il giramento dei coglioni, come per i ciucchi, non c'è medicina. C'è solo quel signore, in braghe di tela e prostata in fiamme, che, alzandosi ripetutamente dal talamo nuziale, inventa alla moglie pietose bugie perché si vergogna di dire che gli scappa di continuo di pisciare. Finché lei capisce e gli compra un farmaco a base di Serenoa Repens che, come recita il bugiardino, "contribuisce a favorire la funzionalità della prostata e delle vie urinarie". Non mi chiedete come lo so, per favore. Morale: le donne risolvono da sé i loro problemi intimi, gli uomini, intesi come maschi, non ne sono capaci, piuttosto si piscerebbero addosso, perché sono ormai una specie maligna con caratteristiche recessive. Non riescono a governare l'uccello, figuriamoci il cervello! E tra i due corpi cavernosi maschili ci deve essere una qualche corrispondenza di amorosi sensi, una specie di funzionamento a corrente alternata. In conclusione è bisognato che quella povera donna, pur geneticamente esente da prostata, si movesse a compassione e procurasse al marito la medicina. Forse perché si era rotta le palle e voleva dormire, la notte, in santa pace. Che poi, purtroppo per lei, non è che funziona così tanto. Ma lasciamo perdere.

È pronto, a tavola! Alla fine o si spegne la tivvù, cosa davvero salutare, oppure si possono abbinare i pasti a questa pubblicità-regresso. Per esempio una bella candidosi vaginale sul risotto in bianco è la morte sua! Buon appetito.

Libero Venturi

Pontedera, 21 Maggio 2017

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Il termine "vaginga", forse una crasi fra vagina e vichinga o Mazinga, non è mio: si deve ad una più creativa e giovane mente femminile. 

Libero Venturi

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