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Attualità sabato 01 febbraio 2020 ore 11:30

Si torna in piazza con le bandiere della pace

Dalla Rete solidale e antirazzista la richiesta a Governo e Parlamento di abrogare i decreti Sicurezza: "Fermare la spirale di violenza"



PIOMBINO — La Rete solidale e antirazzista torna in piazza con le bandiere della pace "per chiedere al Governo e al Parlamento di abrogare i decreti Sicurezza e gli accordi con la Libia perché violano la nostra Costituzione e le Convenzioni internazionali, producono conseguenze negative sull’intera società italiana e ledono la nostra stessa umanità".

Appuntamento sabato 1 febbraio in piazza Cappelletti a Piombino dalle ore 16 alle ore 19.

"Bisogna reintrodurre il permesso di soggiorno per motivi umanitari e la residenza anagrafica per i richiedenti asilo: - hanno detto in una nota - senza documenti i migranti sono condannati all'esclusione e allo sfruttamento, con conseguente aumento della marginalità e del disagio sociale. Bisogna riaprire l’accesso dei richiedenti asilo al sistema di accoglienza integrata e diffusa gestito dai Comuni: questo sistema (ex-SPRAR) prevede percorsi di formazione e inserimento lavorativo, che permettono una positiva inclusione nella società italiana. Mai più morti in mare e persone lasciate per settimane sulle navi: chi rischia la vita in mare deve essere soccorso e fatto sbarcare al più presto in un porto sicuro; e chi soccorre non può essere criminalizzato. Stop ai respingimenti in Libia: annullare gli accordi tra l’Italia e i signori della guerra libici, sulla base dei quali i migranti vengono intercettati in mare e riportati in Libia, dove vengono rinchiusi nei centri di detenzione, in condizioni disumane e sottoposti a violenze e torture".

E si aggiunge: "Fermare la spirale di violenze è responsabilità anche italiana e chiediamo al nostro Governo di farlo con atti concreti: opporsi alla proposta di impiego della Nato in Iraq e in Medio Oriente; negare l’uso delle basi Usa in Italia per interventi in paesi terzi senza mandato Onu; bloccare l’acquisto degli F35; fermare la vendita di armi ai paesi in guerra o che violano i diritti umani come sancito dalla L. 185/90; ritirare i nostri soldati dall’Iraq e dall’Afghanistan, richiedendo una missione di peacekeeping a mandato Onu ed inviando corpi civili di pace; aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari eliminandole dalle basi in Italia; sostenere in sede europea la necessità di mantenere vivo l’accordo sul nucleare iraniano, implementando da parte italiana ed europea le misure di revoca dell’embargo; porre all’interno dell’Unione europea la questione dei rapporti USA-UE nella Nato".


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