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Attualità venerdì 26 settembre 2025 ore 11:05

"Imitate vostri colleghi, impedite uso del porto"

L'appello delle Donne in nero rivolto ai portuali piombinesi per impedire l’uso del porto come supporto logistico alle operazioni militari



PIOMBINO — Le Donne in nero lanciano un nuovo appello rivolto ai lavoratori portuali di Piombino. Un appello esteso alle istituzioni, ai sindacati, ai lavoratori e lavoratrici, agli studenti e studentesse, affinché, ciascuno nel proprio ambito, non sia distratto di fronte a quanto sta accadendo nel mondo.

"In questi giorni abbiamo assistito al respingimento della nave SLNC SEVERN grazie all’impegno di cittadini e sindacati che ne hanno impedito l’attracco a Livorno. Il comandante di questa nave ha spento il rilevatore satellitare che permetteva di individuarne la posizione, un atto che viene concesso solo in caso di grave rischio per l’imbarcazione: evidentemente il carico di armi va difeso dal popolo che manifesta pacificamente. Mentre scriviamo gli operatori portuali della Liguria si dichiarano pronti ad imitare i colleghi toscani. Facciamo appello a tutti gli operatori portuali di Piombino: imitate i vostri colleghi, impedite l’uso del porto come supporto logistico alle operazioni militari, in Palestina come in Europa! - si legge nella lettera - Auspichiamo una continua richiesta della società civile a favore del ritorno alla diplomazia. Auspichiamo una crescente protesta verso l’incredibile aumento delle spese militari, a scapito degli investimenti in servizi alla cura delle persone e dell’ambiente".

"Esortiamo la classe politica a fare la propria parte, che non è solo stare dentro i cortei nelle piazze, ma occupare i luoghi ad esse deputate col massimo sforzo nella stesura di documenti che vietino ogni rapporto economico, culturale, sportivo con il governo di Israele reo del peggior crimine che si possa compiere verso il genere umano. Ritrovi lucidità in percorsi di pace, fermando gli invii e l’utilizzo di armi nel cuore dell’Europa: la corsa agli armamenti della Germania, della Polonia, dei Paesi Baltici, non sono la soluzione al conflitto della guerra in Ucraina, sono la via per una pericolosissima deriva di morte e distruzione. La politica riprenda le redini della diplomazia e scalzi il potere della finanza che guarda solo all’incremento degli interessi speculativi di pochi. Noi, per quanto potremo, saremo sempre pronte a manifestare il nostro dissenso alla produzione e circolazione di strumenti di guerra".


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