Lavoro martedì 27 agosto 2024 ore 18:30
Ortofrutta, "il clima ostacola la produzione"
La Cia evidenzia che il Val di Cornia "per i produttivi il margine è sempre più ridotto"
VAL DI CORNIA — Anche l’estate 2024 si è rivelata tutt’altro che favorevole all’agricoltura. La primavera eccessivamente piovosa cui ha seguito una stagione assai avara di piogge ha finito per condizionare la produzione ortofrutticola di un’area, la Val di Cornia, nota come “orto della Toscana”.
Come si legge in una nota diffusa dalla Cia Etruria, "Alessandro Meini, dell’azienda agricola Meini Alessandro, Luciano e Mirko a Campiglia Marittima, si avvale di una produzione standardizzata in serra (dove coltiva pomodoro pisanello, cuore di bue, piccadilly e cetriolo) proprio perché non condizionata dalla situazione climatica mentre su tutto il resto influiscono tanto i fattori ambientali quanto il principio base della domanda-offerta".
“Si è rivelata un’annata positiva per il cavolfiore- dice Meini- mentre relativamente al carciofo ho ottenuto la stessa produzione del 2023 ma con un ricavo pari al -20% sul valore a causa dei picchi di concentrazione della produzione. Rispetto al 2023 registriamo un +25% di produzione di melone ma con un ricavo pari a -20% del valore di vendita. Annata assai difficile per la melanzana la cui produzione si è confermata in linea con il 2023 ma con un netto -50% di vendita al mercato, evidentemente meno opzionata da chi va a fare la spesa. -30% invece, sulla produzione della zucchina e -20% sul valore di vendita, segno che parallelamente al minor quantitativo si è avuta una maggiore produzione altrove (ad esempio Latina)".
“Quanto al pomodoro - evidenzia- quest’anno rispetto al precedente la mia azienda registra un -20% di produzione dovuto alle scottature causate dal gran caldo delle ultime settimane; tuttavia, la richiesta in merito a questo prodotto non manca. Alla fine è stata un’annata normale, sebbene inferiore al 2023- aggiunge Meini- resta però il problema relativo ai costi di produzione che va ad interferire pesantemente sull’economia dell’azienda”.
Produzione ostacolata dalle condizioni climatiche anche per il pomodoro da industria. Tuttavia, non è ancora possibile stilare un bilancio definitivo poiché i tempi si sono allungati in virtù delle piogge primaverili al punto che la raccolta quest’anno si protrarrà addirittura fino ai primi di Ottobre.
“Finora abbiamo a che fare con quantitativi piuttosto bassi - dice Sandro Barsotti, azienda agricola Barsotti Sandro- la cui forchetta oscilla tra i 600 e gli 800 quintali, ben al di sotto delle medie degli anni precedenti (pari una perdita del 40% di produzione). Erano molti anni che non ci trovavamo di fronte ad una media simile. Dobbiamo ancora capire bene- commenta- ma le previsioni non appaiono rosee”.
La speranza, come evidenziato dalla Cia, è che i trapianti tardivi effettuati con una stagione più idonea possano restituire un trend migliore, sebbene resti il problema dell’esiguo margine riconosciuto al produttore rispetto agli elevati costi che è costretto a sostenere.
“Abbiamo dovuto fronteggiare ripetuti attacchi di peronospora e altre malattie della pianta- sottolinea- intanto il listino dei prezzi dei mezzi tecnici è aumentato del 7-8% e calcolando che vendiamo 15 centesimi al chilo, il margine è praticamente inesistente. Siamo ad un bivio- conclude Barsotti- perché non so se dopo un’annata simile le aziende riusciranno a sopravvivere”.
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