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Attualità mercoledì 26 aprile 2017 ore 10:46

"Un modo per prolungare l'agonia della fabbrica"

Parere negativo dell'Unicobas Piombino sulla questione Aferpi, traduzione del fallimento istituzionale a tutti i livelli



PIOMBINO — Il sindacato Unicobas di Piombino ha espresso il suo parere negativo circa l'esito dell'incontro del 19 aprile al Mise riguardo la situazione Aferpi.

"Risultano drammatiche - hanno detto in una nota - la mancanza di indicazioni concrete sul futuro dell'azienda e l'assenza di un intervento del Governo, che, dopo due anni dall'acquisto e in presenza di totale inadempienza, ha inviato, da parte del ministro Calenda, una lettera di messa in mora a Rebrab, il cui testo peraltro non è stato reso pubblico".

"Troviamo inutile - hanno aggiunto - il tentativo delle amministrazioni di addossare tutte le colpe della vicenda a Rebrab, che, essendo il padrone della fabbrica, è ovvio che persegua unicamente i propri interessi economici. Riteniamo che le maggiori responsabilità della attuale situazione di crisi siano da attribuirsi a politiche governative fallimentare a tutti i livelli (nazionale, regionale e comunale), per aver lasciato spegnere l'altoforno, per non aver valutato adeguatamente la fattibilità del piano presentato da Rebrab sia dal punto di vista finanziario che progettuale, per non aver fatto nulla finora contro l'inadempienza di Rebrab, per non essersi assunto la responsabilità di intervenire direttamente con fondi pubblici per consentire la ripresa della produzione". Male, secondo Unicobas, anche la variante Aferpi al piano urbanistico.

"L'unica ipotesi a sostegno dei lavoratori che si sta ventilando in questo momento è la possibilità di un prolungamento della legge Marzano, un modo per prolungare l'agonia della fabbrica e dell'intera città, che non può certo essere visto come una soluzione del problema. - hanno concluso - Riteniamo che al momento l'unica soluzione possibile sia che il Governo garantisca a Piombino la ripresa della produzione di acciaio e l'occupazione di tutti i lavoratori, diretti e indiretti, investendo capitali pubblici e rilevando o partecipando alla gestione dell'azienda. E' inoltre necessario che vengano estesi gli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori dell'indotto".


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