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Attualità giovedì 27 novembre 2025 ore 10:49

Camping Cig si unisce al doppio sciopero

Scenderà in piazza sia il 28 Novembre con Usb che il 12 Dicembre con Cgil. "A livello locale serve un'unica vertenza"



PIOMBINO — Il Camping Cig ha annunciato la sua partecipazione agli scioperi indetti dall'Usb il 28 Novembre e dalla Cgil il 12 Dicembre contro le politiche del Governo. 

"Avremo preferito - hanno commentato - un'unica giornata di sciopero con una piattaforma comune: per dire no al riarmo e si agli investimenti nella scuola e nella sanità pubbliche; per dire no all'innalzamento dell'età pensionabile; per veri aumenti salariali superiori all'inflazione e per 12 euro orari come paga base per tutti i lavoratori; per una riforma fiscale equa e progressiva senza regali ai più ricchi ed ai grandi evasori; per difendere il mondo della scuola da censura e repressione; per una diversa politica energetica ed industriale; per la difesa dell'ambiente ed un nuovo modello di sviluppo; per combattere la precarietà. Per portare avanti tali lotte anche livello locale è necessario creare una unica vertenza: - hanno proseguito - per mandare via il rigassificatore; per interrompere il traffico di armi che passa dal nostro porto; per creare nuovi posti di lavoro in tutti i settori e per tornare a produrre acciaio nel pieno rispetto dell'ambiente e della necessaria diversificazione economica a Piombino come a Taranto lo Stato deve guidare direttamente in posizione di comando tale rilancio smettendo di regalare industrie, soldi e territori alle multinazionali". 

"La situazione delle fabbriche piombinesi permane drammatica: - hanno ricordato - la Magona è in vendita rischia di perdere tutti i clienti, le acciaierie sono in mano a Jindal che dopo anni non avendo fatto nulla di quanto promesso andava cacciato per rilanciare la produzione di rotaie con un nuovo treno di laminazione; del progetto Metinvest sono molti ancora i punti irrisolti che non danno garanzie della sua realizzazione e comunque è necessario rivedere l'Accordo Quadro che non garantisce ne un posto di lavoro certo in Metinvest Adria, ne prepensionamenti o uscite volontarie incentivate agli 800 lavoratori non più attivi in Jsw. Vogliamo tornare a produrre acciaio nel rispetto dell'ambiente e non per fare armi", hanno concluso.


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