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Attualità martedì 08 giugno 2021 ore 16:34

Ecoballe, "riusciti a evitare un vero disastro"

Una delle ecoballe recuperate

A circa un anno dalle operazioni di recupero delle ecoballe, i risultati del campionamento condotto da Greenpeace dà numeri confortanti



PIOMBINO — Nelle specie marine selvatiche e di allevamento prelevate nel Golfo di Follonica si registrano livelli di contaminazione da microplastiche coerenti con il resto del mar Tirreno: è quanto emerge dai risultati delle attività di campionamento condotte da Greenpeace con il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Università politecnica delle Marche e l’Università di Genova, che tuttavia hanno evidenziato come, nonostante il lockdown, il problema sia in crescita in altre aree. 

Una notizia che arriva a un anno dal percorso di recupero delle ecoballe sversate nel Golfo di Follonica nel 2015.

“Ci siamo dedicati a questa battaglia con determinazione e siamo riusciti a evitare un vero e proprio disastro ambientale. – hanno dichiarato il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e l’assessore all’Ambiente Carla Bezzini – Un disastro che, oltre a compromettere seriamente l’ecosistema circostante, avrebbe potuto avere gravi effetti sulla salute dei cittadini. Lo scorso 23 luglio abbiamo ottenuto che il Governo decretasse lo stato in emergenza nazionale dando, di fatto, avvio al recupero delle ecoballe. È stata una battaglia contro la burocrazia e il silenzio che, per cinque lunghi anni, ha regnato sull’intera vicenda. Siamo felici di sapere che le analisi realizzate da Greenpeace non evidenziano una situazione critica: significa che il lavoro fatto nel nostro golfo ha effettivamente disinnescato una bomba che avrebbe avuto conseguenze disastrose per l’intero territorio. Ciononostante, il problema delle microplastiche continua ad esistere e noi, quindi, continueremo l’opera di sensibilizzazione dei cittadini. La tutela dell’ambiente passa prima di tutto dall’educazione”.

Dalle indagini effettuate nel corso dell’estate 2020, i cui esiti sono stati diffusi oggi, emerge come nelle acque del Mar Tirreno centro-settentrionale e nelle specie marine che lo popolano sia ancora stata rilevata una diffusa presenza di microplastiche e microfibre, con picchi di contaminazione nelle acque superficiali del Canale di Corsica.


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