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Politica giovedì 02 gennaio 2020 ore 20:08

​"Evitare di tornare ai disonori della cronaca"

E' l'appello dell'opposizione Cgil in merito alla questione che riguarda il Comune di Piombino e la posizione di Giacomo Termine



PIOMBINO — "Una nuova, pessima concezione dei diritti dei lavoratori, con il licenziamento del dipendente Giacomo Termine, sindaco di Monterotondo Marittimo eletto con il Partito Democratico", così tuona l'Opposizione Cgil riferendosi alla nota del sindaco Ferrari in cui si dice che il dipendente, assunto con regolare concorso, viene licenziato per non aver superato il periodo di prova in quanto impossibilitati a darne una valutazione.

"Un periodo di prova durato 12 mesi a causa delle assenze, che in realtà sono permessi previsti dalla legge per consentire a chi svolge cariche elettive di coniugare lavoro e servizio alla collettività senza voler scomodare l’articolo 51 della Costituzione. - hanno ribadito dall'Opposizione Cgil - Anche a parti politiche invertite saremmo stati dalla parte del lavoratore e dei suoi diritti, ma tale vicenda pone interrogativi su quale sia la concezione di democrazia da parte dell’Amministrazione Ferrari. Sperando che tale licenziamento non sia inquadrato in una strategia di propaganda politica".

"Se durante la prova il lavoratore non può usufruire di ciò che la legge e la Costituzione della Repubblica Italiana prevedono si aprono scenari inquietanti per tutti i lavoratori del Comune di Piombino. - hanno aggiunto - Cosa succederà quando in prova sarà una lavoratrice in maternità o un lavoratore che dovesse usufruire dei congedi parentali o che debba accudire un parente? Ne usufruirà rischiando il licenziamento oppure spontaneamente rinuncerà ai diritti? Si parla di un periodo di prova di 12 mesi a causa dei permessi o è un tentativo di tenere 'sul filo del rasoio' il dipendente? E' normale impedire ad un lavoratore di svolgere la funzione elettiva ponendo come alternativa l’aspettativa sapendo che con l’indennità di sindaco di Monterotondo, meno di 900 euro netti al mese, il dipendente non avrebbe accettato preferendo svolgere il proprio lavoro, usufruendo dei permessi e ricevendo la metà dell’indennità di sindaco? Se passa questo chi mai vorrà fare il sindaco di un piccolo comune? Si vuole tornare ai politici di censo che possono fare politica perché benestanti? Un concetto non democratico con i ricchi che fanno politica ed i poveri che guardano".

"Facciamo appello al sindaco Ferrari, affinché eviti di far tornare Piombino ai disonori della cronaca ritirando il licenziamento del dipendente Giacomo Termine, non impelagandosi in una causa di lavoro che potrebbe vedere l’Amministrazione dover riassumere il dipendente, pagare il periodo di mancati stipendi, versamenti contributivi e infortunistici, interessi vari, spese processuali etc magari anche con l’intervento della Corte di Conti che potrebbe imputare anche un danno erariale e tali spese usciranno dalle tasche dei cittadini di Piombino che non ne sentono proprio la necessità. Noi saremo a fianco dei lavoratori indipendentemente dalle loro idee politiche contrastando chi intende calpestarne i diritti".


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