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Attualità domenica 23 luglio 2023 ore 07:15

Paolo Marconi, figlio di uno sport minore

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia Gordiano Lupi ci fa scoprire Paolo Marconi e la passione per il Sup



PIOMBINO — Paolo Marconi nasce a Piombino nel 1991, laureato a Pisa in Comunicazione d’Impresa, vive tra la Spagna e l’Italia, ma se vuoi scambiarci quattro chiacchiere estive lo trovi nella torretta sulla spiaggia di Salivoli, dove fa il bagnino e insegna il SUP (Stand Up Paddling) nella scuola che ha creato dal niente circa sette anni fa. Susak Molinero, spagnola di Barcellona, nata nel 1988, laureata in fisioterapia, pure lei campionessa di SUP, collabora con il compagno in questa suggestiva impresa. Paolo scrive piuttosto bene e dispone di uno stile accattivante, per questo ha pubblicato un libro con Youcanprint, reperibile su Amazon, utile per trasmettere ai lettori la passione per il SUP, che lui stesso definisce uno sport minore, ma non per questo meno affascinante dei più popolari calcio e basket. Un romanzo di viaggio e di vita che in centotrenta pagine ti fa conoscere il SUP e ti fa venire voglia di cominciare a praticarlo, se ancora non l’hai fatto. Il posto più indicato per leggere il libro è la spiaggia di Salivoli, il golfo dove si pratica lo sport, per scoprire che andare su tavola impugnando la pagaia è un percorso di crescita umana, a base di fatica e impegno quotidiano. Come scrive Paolo Marconi, chi pratica questa attività è figlio di uno sport minore, sono in pochi a capire che dietro alla gara c’è tanta fatica e abnegazione, ci sono giornate invernali passate in mare, le trasferte complesse da organizzare, le rinunce, la lontananza da famiglia e amici per praticare uno sport che non fa diventare ricchi e famosi. Il SUP ripaga con le emozioni continue, con la possibilità di mettersi ogni volta in gioco, oltre a consegnarti a una vita fatta di viaggi e spostamenti, di luoghi sempre nuovi da scoprire. Paolo grazie al SUP viaggia per il mondo alla scoperta di se stesso, vince gare e titoli prestigiosi, definisce i suoi limiti, si pone traguardi per capire le sue possibilità, attraverso un percorso fatto di avventure e vittorie, costellato di disavventure e sconfitte. Perché il SUP è come la vita, in fondo.

Per acquistare il libro su Amazon: https://www.amazon.it/Figli-sport-minore-Paolo-Marconi/dp/B09WQ59GCZ

Paolo ci ha regalato un capitolo del libro, che pubblico volentieri. perché è un sentito omaggio a quella che anch’io chiamo da sempre la mia Salivoli.

Omaggio a Salivoli

Salivoli è un quartiere a nord-ovest della piccola città di Piombino. Salivoli è anche il nome dell’unica spiaggia di sabbia Piombinese. Il nome potrebbe derivare dalle saline che si trovavano su questa costa nel Medioevo. Oppure potrebbe derivare dalle parole latine Sub (sotto) e Ripulis (ripa, riva), sotto riva o sotto costa. Salivoli dà anche il nome a quello che in passato fu un fiume e che oggi è divenuto un fosso che nei giorni di pioggia incessante riversa in mare le sue acque cariche di fango, rami e purtroppo sporcizia proveniente dall'entroterra: il Rio Salivoli. Sulle rive di questo antico corso d'acqua sembra che nella seconda metà del XV secolo sorgessero delle terme, proprio nella zona oggi conosciuta come il Vallone. Testimoni di questa attività termale e dell'importanza dell'antico Rio Salivoli sono sicuramente le varie fonti naturali presenti nella zona, una di queste sgorga proprio sulla spiaggia.

Con il nome di Salivoli quindi si possono indicare diverse cose: un quartiere, una spiaggia, un antico fiume e un fosso. Per me però Salivoli più che altro descrive uno stato d'animo. Quella sensazione di spensieratezza e libertà che provo quando sto seduto in spiaggia a guardare il mare viaggiando con la mente verso uno stato contemplativo.

La vista che questo angolo di paradiso ci offre è preziosa. C'è l'Isola d'Elba che con le giornate di grecale sembra si possa toccare, c'è Palmaiola con la sua cima illuminata dal faro, c'è Cerboli che a me è sempre sembrata una sfinge senza testa, poi ci sono il Giglio e Montecristo che si lasciano vedere solo nelle giornate più nitide, in alcune rare occasioni può capitare di vedere persino l'Argentario.

La sua posizione strategica ha fatto sì che negli anni duemila nascesse nel golfo di Salivoli un porto turistico dedicato all'attività nautica e al diporto. L'idea era quella di favorire lo sviluppo del turismo e dell'economia locale grazie al porto che avrebbe attirato imbarcazioni da tutta Italia e avrebbe offerto anche servizi ai naviganti del posto. Purtroppo però invece di sollevare l'economia il porto ha sollevato un polverone. Il golfo di Salivoli è stato stuprato a livello paesaggistico dalla costruzione del porto e in seguito anche a livello ambientale dalle troppe imbarcazioni che transitano vicino a riva, spesso scaricando in mare la loro sporcizia e rischiando di inquinare gravemente le acque quando fanno carburante.

Il mare salivolese non ha accettato questo affronto da parte dell'uomo e ha iniziato a mangiare la spiaggia con la sua opera di erosione e a depositare la sabbia proprio all'imboccatura del porto mettendo a rischio il transito delle imbarcazioni più grandi. Salivoli è diventata così teatro di un duello tra uomo e mare che va avanti da una ventina di anni. Il mare si porta via la spiaggia con la sua azione inarrestabile e inesorabile. L'uomo invece prova ad arginare i suoi errori del passato costruendo dighe e scogliere con l'obiettivo di difendere la costa, ma con l'unico risultato di continuare a stuprare il paesaggio e l'ambiente.

Salivoli però è più forte di tutto questo, è abituata ormai ai tanti cambiamenti avvenuti nel corso della sua storia. Ho passato tutte le estati della mia vita su questa spiaggia e con il passare degli anni l’ho vista piano piano trasformarsi. Prima della costruzione del porto c'era un grande golfo. In spiaggia c'erano sabbia, scogli e alghe. C'erano piccole barche in mare e a terra che le persone del posto usavano per navigare e godersi il nostro bel mare. Con l'erosione sono arrivati anche i lavori per contrastarla, il ripascimento ha fatto sì che si togliesse la sabbia dal mare per riportarla in spiaggia. In seguito a questi lavori il fondale salivolese ha iniziato a cambiare e cambia tuttora mutando le correnti del golfo e le onde che si formano con le mareggiate ogni anno più potenti.

Ricordo le lunghe giornate passate a giocare sugli scogli nella parte sinistra della spiaggia, pescavo i granchi e facevo il bagno nelle pozzanghere create dalla marea. Sopra quegli scogli oggi sorge una inutile scogliera anti-erosione che non è servita al suo scopo e che non serve nemmeno a fare un bel tuffo in mare dall'alto. All'estremità occidentale del golfo invece ci andavo con i miei amici a passeggiare e a esplorare la costa, questa parte è sempre stata popolata da piccole barche e molte alghe che si adagiavano sulla riva spinte dallo scirocco.

Il golfo termina con un grande scoglio chiamato "lo Stronzo di Orlando". Questa roccia deve il suo nome a una leggenda, si narra che rappresenti proprio un "regalino" defecato dal Paladino Orlando per testimoniare il suo passaggio in questa parte di mondo. Ebbene si, con tutte le leggende che si possono immaginare, a Salivoli è toccata proprio questa, grazie Orlando! Anche questo scoglio fecale è stato vittima del continuo mutamento salivolese, adesso giace abbandonato dietro la scogliera del porto perdendo ulteriormente il suo già marginale valore leggendario.

Anche gli edifici e le costruzioni presenti in spiaggia sono cambiati durante gli anni. Nei miei ricordi appaiono cabine, rimessaggi, ristoranti e persino una sorta di discoteca.

Presenza fissa e immutabile sono invece i mitici Bagnetti e i pochi abitanti delle casette in spiaggia, tra cui me, che anno dopo anno tornano a vivere l'estate nel loro luogo preferito.

Salivoli è disprezzata da molti e per molti motivi, tra cui l'acqua che si sporca con lo scirocco, il porto troppo vicino e le alghe che si depositano in spiaggia. Ma c'è anche qualcuno che la ama e non ne può fare a meno. Esistono molti personaggi salivolesi che vanno quotidianamente in spiaggia a godersi le buone vibrazioni del loro luogo di appartenenza, quasi come fosse un tempio. Anche in inverno c'è chi fa una pausa dalla routine quotidiana e va in riva al mare per prendere una boccata d'aria e ricaricare le batterie per affrontare al meglio il resto della giornata. C'è un'energia speciale a Salivoli, forse legata ai ricordi vissuti in questo luogo. Qualcuno percepisce queste vibrazioni e altri non percepiscono nulla, alcuni la sentono parte di sé mentre altri no e la ignorano o la criticano.

Chi percepisce questa energia, chi è innamorato di questa controversa spiaggia, chi apprezza l'acqua del golfo calma come uno specchio all'alba e al tramonto può essere considerato un salivolese a tutti gli effetti.

Un salivolese si riconosce subito, gli si legge negli occhi la felicità di trovarsi nel suo luogo preferito e di godersi il momento presente. C'è chi cammina avanti e indietro in acqua tutta la mattina, chi si gode la lettura di un buon libro in spiaggia, dei ragazzi giocano a pallone o a schiaccia sette, c'è chi gioca a carte tutto il giorno, ci sono gruppi di signore che si raccontano pettegolezzi sotto l'ombrellone, dei bambini vivono avventure indimenticabili a bordo di ogni tipo di mezzo acquatico e decine di tavole da SUP scorrazzano nel golfo avanti e indietro. Ognuno trova la sua dimensione ideale su questa spiaggia e in molti con il passare degli anni ne diventano frequentatori abituali. Alcuni non si perdono un giorno di mare da giugno a settembre, altri passano talmente tanto tempo in questa oasi urbana che quando non si vedono per qualche giorno gli altri salivolesi si preoccupano per loro.

Come ogni comunità che si rispetti anche quella salivolese ha le sue usanze e le sue celebrazioni. Durante la canoata notturna o il trofeo Bagnetti, per esempio, ci godiamo le acque di casa con ogni mezzo a nostra disposizione. Adulti e bambini si divertono in mare a bordo di barche, gommoni, tavole e canoe. Poi c'è Ferragosto, il Natale salivolese, da passare con questa grande famiglia in spiaggia facendo merenda col pane e pomodoro più buono del mondo. Questa è sempre la giornata più bella dell'estate, anche quando non succede niente di particolare.

Passato Ferragosto settembre si avvicina e il salivolese inizia a percepire la fine del sogno estivo. Grandi e piccini cominciano ad assaporare quell'inspiegabile senso di angoscia che cresce dentro di loro, mentre vedono le giornate accorciarsi e i primi temporali autunnali fare capolino. La spiaggia inizia a svuotarsi, la mattina e la sera inizia a fare freschino, il vero salivolese però combatte la tristezza di fine estate continuando ad andare al mare e assaporando ogni singolo momento, si emoziona per un tramonto col cielo rosso dopo una libecciata e gioisce per uno degli ultimi bagni all'ora di pranzo quando si sente ancora il caldo estivo.

Finita l'estate arriva il maltempo, le alghe tornano a colonizzare la spiaggia trasportate dalle sciroccate che regalano qualche onda ai pochi surfisti del posto. Sono onde brutte, spinte dalla forza del vento e di un colore marrone dovuto al fango portato dalla pioggia battente. La stessa pioggia che spiana la sabbia trasformandola in un tappeto solido e sprigionando quell'odore di terra bagnata che per molti può essere sgradevole ma che per il salivolese è solamente l'odore di un'altra bellissima estate che è terminata.

Questa è Salivoli insomma, è un luogo per molti e un non luogo per altri, dove la tradizione resiste e non cambia mai niente anche se cambia sempre tutto. La spiaggia si trasforma continuamente ma chi la popola resta fermo, mantenendo le proprie abitudini anno dopo anno. La signora mattiniera che va in spiaggia a camminare nell'acqua, perché fa bene alla circolazione, arriverà sempre alle sette di mattina. Alle sette di sera invece si incroceranno il solito ragazzo che fa un tuffo in mare dopo il lavoro e la famiglia che torna a casa dopo una giornata passata a inseguire i bimbi che facevano il bagno troppo a largo.

Questa è una comunità di sognatori a cui basta poco per sentirsi felici, a cui piace rallentare lo scorrere del tempo rifugiandosi in questo paradiso polveroso che loro chiamano casa. Salivoli è uno stato d'animo!

(Tratto da libro Figli di uno sport minore di Paolo Marconi, Yucanprint, 2022, Euro 15 – Pag. 130 – Amazon: https://www.amazon.it/Figli-sport-minore-Paolo-Marconi/dp/B09WQ59GCZ)

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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