​Raschiando il fondo del barile…

- — Ecco che raschiando il fondo del barile - in tema di modi di dire - vengono fuori altre piccole espressioni trascurate che annotiamo in un articolo finale, preludio di un libro che in molti ci hanno chiesto e che a luglio sarà in libreria a cura del Foglio Letterario Edizioni di Piombino. Prenotatelo per non restare senza!

Fare il guadagno di Cazzetto, si diceva negli anni Settanta; significa non guadagnarci niente o quasi, persino rimettere, spendere più di quel che si è guadagnato. Cazzetto era il nomignolo volgare affibbiato a un personaggio iperbolico che nell’immaginario collettivo rappresentava lo sprovveduto per antonomasia.

Ma dove vai? A piglia’ Roma? È un modo di dire antico che risale al ventennio. Non lo usa più nessuno, si diceva quando si vedeva un amico correre veloce (magari per fare attività fisica), molto impegnato nella corsa, uno che si dava un gran da fare. L’analogia con l’infausta presa di Roma da parte dei fascisti l’ha reso desueto.

Ecco l’Aiazzi! Si diceva quando si vedeva passare un tipo trasandato. Silvio Aiazzi era un noto ’briaco piombinese (ne abbiamo parlato spesso in tanti libri) che non aveva soldi neppure per comprarsi i calzini, ed era così trascurato nel vestire che se aveva un buco nella stoffa si dipingeva la pelle con un pennarello del colore del calzino bucato.

Con te non si fa un pasto buono! Significa che con una determinata persona non si fa mai un affare vero, ma anche che vista l’inaffidabilità con lei non si può arrivare a capo di niente. Analogia alimentare tra il mangiare bene e avere un comportamento corretto e concreto, in una parola affidabile.

La gallina nera si risolve sulla sera! Un proverbio antico che cita la gallina nera come un animale da cortile poco affidabile, che si decide a fare l’uovo solo quando sta per calare il sole, paragonandolo allo studente svogliato e al lavoratore scioperato che svolgono un compito solo dopo aver fatto tutti i loro comodi e aver goduto spensierati della giornata di sole, poco prima del crepuscolo.

Questa è la casa del Trenta! / C’è chi va e c’è chi entra! Lo diceva mio nonno quando troppe persone frequentavano casa sua per restare a chiacchierare fino a tardi con la nonna, usanza che in tempi moderni abbiamo perso, modo di passare le giornate che a volte infastidiva, ma che desso un poco rimpiangiamo. Si diceva anche: Questa è casa grande!, il significato era identico, in questa casa la gente va e viene, senza sosta. E sempre a proposito di casa era un modo di dire popolare il non più usato (in tutti i sensi) casa aperta guarda casa, pronunciato per giustificare l’abitudine di lasciare le chiavi nella toppa della serratura.

Un’indagine più accurata ci poterebbe a scoprire molti altri detti piombinesi, maremmani, livornesi, toscani… Un lavoro utile per scrivere la piccola storia della nostra terra, per non smarrire le briciole di un passato che spesso si affacciano dai vicoli bui della memoria. Il ricordo è un passatempo da coltivare, per non dimenticare di essere stati bambini con le mani sporche, come diceva Tonino Guerra.

Proprio per questo motivo, se conoscete dei modi di dire o delle espressioni tipiche che abbiamo trascurato, vi invitiamo a scrivere una mail a ilfoglio@infol.it, in modo tale che nella seconda edizione del libro intitolato Parlavamo alla Piombinese (che prima o poi faremo) provvederemo ad aggiungerli!

---

Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI