Parchi, “porre basi per istituire parco regionale”

VAL DI CORNIA — Legambiente è intervenuta sulla questione sollevata attorno alla gestione della Parchi Val di Cornia.

"Da anni oramai leggiamo di tensioni sulla composizione del CdA e della modalità oramai consolidata dell’approvazione dei Bilanci di spesa preventivi sempre in riduzione e sempre in ritardo, che creano di conseguenza problemi per la gestione e programmazione ottimale della società. - hanno commentato dall'associazione ambientalista - Infatti assistiamo ad una gestione sempre più scadente e gli ultimi avvenimenti scardinano i già labili equilibri interni alla compagine societarie con il rischio di azzeramento della società. I Comuni Soci non hanno ancora compreso che la gestione unitaria di emergenze storico culturali ed ambientali, sono gli elementi di eccellenza e di peculiarità dei nostri territori sia per i residenti che per i nostri ospiti e unico elemento di marketing territoriale che i comuni hanno a disposizione".

"I Comuni non devono cadere nel ragionamento grossolano per cui qualcuno di loro potrebbe risparmiare al di fuori della gestione unitaria della Parchi. Chi crede questo dimostra di non avere chiaro che il progetto Parchi proprio sul profilo economico finanziario è anzi l’elemento cardine che permette complessivamente di risparmiare denaro pubblico. - ha proseguito Legambiente - Dopo la chiusura del Circondario è fallita tutta la politica unitaria. Ci appelliamo quindi ai sindaci, per uno scatto di orgoglio e senso di responsabilità mettendo in atto un’azione politica che prenda di petto tutte le questioni generali del territorio ampio a scala della Val di Cornia. Riteniamo che si può ripartire anche avviando una stagione di seria politica e programmazione delle Aree protette locali, anche in una discussione più ampia della scala locale, chiamando in causa altri soggetti quali il Ministero per i beni culturali e la Regione Toscana e con loro trovare la soluzione più confacente".

Per Legambiente, dunque, il primo passo sarebbe il passaggio delle ex-ANPIL in Aree protette di valenza regionale secondo la normativa regionale vigente. Contestualmente attraverso, l’individuazione di nuovi e coordinati strumenti di tutela, una nuova Riserva Naturale regionale in grado di unire l’esistente Riserva di Orti-Bottagone all’ex ANPIL Sterpaia ed all’ex Parco Provinciale di Montioni ed ancora, l’ampliamento della zona tra la ZSC “Promontorio di Piombino e Monte Massoncello” e l’area urbanizzata di Piombino con la zona nota come “Parco di Punta Falcone”. Infine l’istituzione del parco fluviale del Fiume Cornia, già presente all’interno del Piano d’Azione del “Contratto di Fiume”.

"Avviare un percorso di evoluzione delle aree protette attuali nella direzione di aree protette di valenza regionale ed una loro visione unitaria, ciò al fine di progettare un unico disegno complessivo di aree protette quale base concreta per istituire un vero Parco regionale. - viene spiegato - Tale ipotesi permetterebbe da un lato offrire maggiori garanzie alle aree protette e contestualmente avere un sistema di finanziamento anno per anno diverso dall’attuale e, in prospettiva, entrare a pieno titolo in un circuito di finanziamenti che ad oggi non sono disponibili per la natura stessa della società. Tutto questo crediamo che sia la naturale evoluzione di una società per Azioni, nata in un certo periodo storico per permette di gestire ingenti flussi di finanziamenti e che oggi, forse non sembra l’assetto giuridico più consono per gestire il presente e con dei soci che, oggi, sembrano aver smarrito il proprio orizzonte".

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