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Attualità venerdì 08 maggio 2015 ore 19:32

Vertenza Cevital, ecco le questioni aperte

Mentre fra un cauto ottimismo si avvicina alla conclusione la vertenza Cevital-Lucchini, alcuni dipendenti hanno elencato le questioni ancora aperte



PIOMBINO — 30 firme, 30 dipendenti della Lucchini e dell'indotto che avanzano ancora dubbi e mettono per iscritto quali sono le questioni ancora da dirimere prima di una felice e completa conclusione:

"1. Occorre innanzi tutto che il piano industriale (che pare sarà presentato nella prossima settimana) sia reso immediatamente pubblico in modo integrale. Solo così i lavoratori avranno gli strumenti per esprimere un giudizio con cognizione di causa. Non potrà essere tollerato nessun segreto di Stato come è avvenuto per il preliminare di acquisto . Occorrerà un tempo sufficiente per fare esaminare il suddetto piano ai lavoratori e ai cittadini senza chiudere l’approfondimento in pochissimi giorni, come si paventa. I rappresentanti sindacali, al momento della presentazione del piano, non dovranno esprimere nessun giudizio che dovrà essere formulato solo dopo la consultazione dei lavoratori convocati in assemblea unica.

2. I lavoratori dell’indotto dovranno avere la stessa possibilità dei dipendenti Lucchini di partecipare alle assemblee e di contare nelle decisioni finali.

3. Il Sindaco di Piombino dovrà, prima di esprimere qualsiasi giudizio sul piano, ottemperare all’impegno assunto nell’assemblea del Perticale relativo alla convocazione, in seduta aperta e congiunta, dei consigli comunali della Val di Cornia.

4. Insieme con il piano industriale l’accordo dovrà esplicitare in modo chiaro e verificabile il cronoprogramma con il quale i lavoratori rientreranno in fabbrica, con scadenze precise degli investimenti, quantità delle risorse impegnate e date certe per il rientro in fabbrica. Per esempio, il primo forno elettrico si costruisce entro questo periodo, le risorse impegnate sono le seguenti, i lavoratori che tornano in fabbrica sono tot.. lo stesso deve valere per i lavoratori dell’indotto.

5. Non si potranno accettare soluzioni che prevedono (come sembra di capire) circa 800/1000 lavoratori subito in fabbrica, altri 1200 in cassa integrazione per anni e quelli dell’indotto senza nessuna sistemazione certa. Così facendo si dividerebbero i lavoratori, costruendo situazioni molto diverse tra gli uni e gli altri, conducendo alla disperazione migliaia di famiglie . A questo scopo va allargato molto di più il numero di coloro che potranno godere dei contratti di solidarietà.

6. La promessa della riassunzione di tutti non può andare a discapito delle condizioni salariali che derivano dagli accordi aziendali precedenti. Quei diritti vanno difesi nella loro interezza perché solo con essi si ottengono delle buste paga che permettono ai lavoratori almeno di sopravvivere.

7. Cevital dopo l’acquisto, deve garantire la continuità produttiva ed impegnarsi ad occupare la totalità dei lavoratori per un periodo ben superiore ai due anni. Se non verrà ampliata questa scadenza, i lavoratori, anche se saranno assunti formalmente a tempo indeterminato, nei fatti saranno tutti precari".


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