Coltivare la meraviglia
di Chi mette al centro la persona - lunedì 17 gennaio 2022 ore 09:00
La modernità liquida bagna le nostre vite. Ne è il corollario l’esasperato soggettivismo, che supera l’empatia, l’ascolto attivo, il fare comunità.
Il tempo presente che abitiamo, inoltre, è quel luogo di smarrimento che rompe gli argini della progettualità e delle previsioni anche a breve termine.
Modernità liquida e tempo presente ci restituiscono l’assenza di punti di riferimento e un viaggio tra parole urlate e conflitti che rendono tutti più fragili.
Anche nella scuola.
Occorre la cura dello sguardo, partendo proprio dai bambini.
I nativi digitali hanno occhi volti verso il basso e la postura concava verso il rapimento delle luci e delle immagini della tecnologia. Goccia dopo goccia, nel loro quotidiano si educano alla parte mancante. All’oblio è riservata quella naturale pienezza di ciò che c’è intorno a noi, come l’incanto che ci donano la relazione con l’altro, la musica, un’opera d’arte, la natura.
La parola poetica è Maestra.
Con delicatezza invita ad assumere una postura aperta e accogliente verso l’altro e l’interiorità in un processo che rispetta i tempi del soggetto, educa all’osservazione, incoraggia il pensiero divergente, guida gli occhi al cielo, alle stelle e alla luna per guardare dall’alto le cose e dare il giusto peso agli eventi, mantiene lo stupore nel problem solving, coltiva i sogni sostenendo la fatica, affina i talenti.
La parola poetica è uno stile di vita che restituisce bellezza, gentilezza, meraviglia.
La parola poetica è un metodo di studio e di ricerca.
I bambini si cibano di giochi e immagini.
La parola poetica è un linguaggio simbolico che apre alla realtà e vive di metafore e similitudini, musicalità, giochi di e nelle parole. Allena ad elevarsi con leggerezza, ad abitare il problema e a cercare una personale soluzione rompendo gli schemi con creatività.
Ogni legame fra le lettere, le sillabe e le parole sono un misterioso viaggio linguistico, storico-geografico, scientifico, musicale.
Occorre, pertanto, avere cura della parola e custodirla.
La parola poetica è quella resilienza che può tessere le nuove trame del sapere, mantenendo le radici salde nel passato.
Carmen Talarico
Chi mette al centro la persona