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Attualità sabato 29 gennaio 2022 ore 18:35

Fausta Bonino parla dopo l'assoluzione

Fausta Bonino

La lettera di ringraziamento dell'infermiera con forti legami all'Elba, dopo l'assoluzione in appello per le morti all'ospedale di Piombino



RIO — Fausta Bonino, l'infermiera piombinese assolta il 24 Gennaio scorso nel processo di appello dall'accusa di aver provocato la morte di nove pazienti nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Villamarina (leggi qui l'articolo), ha inviato una lettera alla nostra redazione "per ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno aiutato a superare i difficili momenti vissuti in questi sei lunghi anni", come scrive lei stessa nel testo del messaggio.

Qui di seguito pubblichiamo il testo integrale della lettera di Fausta Bonino.

"Sono Fausta Bonino, sono un’elbana di elezione e Rio è il mio rifugio. Sono tornata a vivere il 24 gennaio 2022 alle ore 13,30. Dopo sei anni di agonia ho visto la luce mentre sentivo il Presidente della Corte d’Assise d’Appello di Firenze leggere il dispositivo della Sentenza con cui, ribaltando il giudizio di primo grado (ero stata condannata all’ergastolo), venivo assolta dall’infamante accusa di aver ucciso nove persone, nove pazienti indifesi degenti presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Villamarina a Piombino.

Nella mia disgrazia, disgrazia che non auguro a nessuno, ora ho la lucidità di comprendere di aver avuto la vicinanza di tante persone ed è giusto che a loro giungano anche i miei pubblici ringraziamenti. Non voglio dare un ordine di preferenza nel richiamare all’attenzione di chi mi legge, le persone che hanno dato un nuovo significato alla mia vita.

Il primo pensiero però va all’Avvocato Vinicio Nardo che con l’Avvocato Fiammetta Di Stefano ha messo a mia disposizione una grandissima professionalità senza risparmio di energie e tempo. E il risultato si è visto.

Anche Aldo e Alberta Claris Appiani, per pura disinteressata amicizia, hanno fornito un aiuto fondamentale e costante sia sul piano psicologico (in tutti questi anni e fin dall’inizio sono stati la mia sponda) sia in relazione alle loro specifiche competenze. 

Non posso dimenticare che il Dott. Aldo Claris Appiani ha lavorato giorno e notte, nell’esiguo tempo concesso per reclamare avanti al Tribunale del Riesame il provvedimento con cui veniva disposta la custodia cautelare, per fornire al mio difensore quelle argomentazioni tecnichee scientifiche che hanno portato alla mia scarcerazione.

E che dire dell’Avvocato Alessandro Brambilla Pisoni che è riuscito nei processi civili a raccogliere quelle testimonianze che la Corte ha ritenuto un corollario rilevante per la decisione? Un pensiero affettuoso va anche a Alice Mancusi e Simona Manzi che mi sono state vicine nel processo di primo grado.

Nel mio percorso giudiziario una figura fondamentale è rappresentata anche dall’Avvocato Cesarina Barghini, mio difensore nel giudizio di primo grado, conclusosi con la mia condanna all’ergastolo. La stessa mi è stata vicina e mi ha molto supportata, e l’ho sempre riconosciuto con grandi elogi, e le ho dato materiale dimostrazione indebitandomi con prestiti e ipotecando la mia casa per far fronte alle sue richieste economiche. 

Non ho voluto addebitarle alcuna responsabilità per l’esito del giudizio. All’epoca ho infatti provveduto, senza alcuna rimostranza, al saldo della sua parcella, saldo che mi era stato sollecitato dopo soli pochi giorni dalla condanna. Nonostante mi fossi sentita ferita aspettandomi una diversa comprensione, non sono stata io a revocarle il mandato come giustamente lei ha avuto modo di esplicitare sui social.

E’ stata infatti lei a rinunciarvi in quanto non intendeva accettare la mia irrevocabile scelta di estendere la difesa ad altro professionista di grande esperienza e chiara fama. 

Mi spiace se si è sentita offesa ma ho avuto paura, era in gioco la mia vita! Con il senno di poi posso dire che ho avuto ragione.

Il processo in Corte d’Assise d’appello è stato caratterizzato da otto udienze, un confronto pesante con i periti, condotto con grande competenza scientifica dalla difesa, e l’audizione di molti testimoni: NON E’ STATA UNA PASSEGGIATA!

In fine voglio ricordare e ringraziare tutti gli abitanti di Rio che non mi hanno mai fatto sentire il peso delle accuse costestate e della condanna di primo grado.

Chiudo con un ringraziamento particolare al Sindaco Avv. Marco Corsini, so che chiedeva spesso informazioni sullo stato del processo e che confidava nel buon esito della vicenda".


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