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Lavoro sabato 21 novembre 2020 ore 09:30

"Aderiamo allo sciopero fiscale"

Confcommercio

Lo ha annunciato la Confcommercio Livorno che sostiene le azioni promosse a livello regionale per accendere i riflettori sullo stato del terziario



LIVORNO — Gli imprenditori del terziario verso lo sciopero fiscale. La presidente provinciale Confcommercio Francesca Marcucci ha appena preso parte al consiglio straordinario e urgente indetto dalla presidente regionale Anna Lapini che ha scritto al presidente della confederazione nazionale del terziario Carlo Sangalli, per comunicare che 50mila imprese toscane non pagheranno più tasse e imposte.

"Una forma di protesta, quella dello sciopero fiscale, alla quale la categoria si sente costretta. - ha spiegato Marcucci - Le nostre aziende non hanno più risorse e preferiamo continuare a pagare prioritariamente dipendenti e fornitori rispetto ad uno Stato che non comprende le nostre ragioni. Le nostre aziende sono ferme per legge, non possono incassare e fatturare, i costi invece continuano a correre. I ristori sono irrisori, e senza lavorare è impossibile far fronte alla contribuzione fiscale. Per questo aderiamo e chiediamo ai nostri imprenditori di aderire allo sciopero fiscale".

"Certamente non ci potremo sottrarre al pagamento delle ritenute né a quello dell'imposta Iva (anche se tanti imprenditori, avendo merce acquistata ma ancora invenduta in negozi e magazzini, di fatto sono a credito), ma neppure, nel caso di quei pochi alberghi che hanno lavorato, dell'imposta di soggiorno, perché si tratta di un credito che l'azienda riscuote per conto del proprio Comune. - è intervenuto a chiarire il direttore Federico Pieragnoli - Le imprese possono però dichiarare lo sciopero fiscale per una lunga serie di altre tasse e imposte, da Irap e Ires a Imu, bollo auto e tassa sugli immobili".

"Si tratta - ha aggiunto - di una azione di protesta collettiva che rientra nell'ambito dei diritti di cui agli articoli 18 (diritto di libera associazione) 21 (diritto di libera manifestazione di pensiero), 39 (diritto di libera organizzazione sindacale) 40 (diritto di sciopero) della Costituzione della Repubblica Italiana. Costituzione che imporrebbe per altro alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

In definitiva, da Confcommercio la condanna all'evasione e l'elusione fiscale, ma resta comunque forte la ribellione "ribellione silenziosa contro un sistema statale che continua a trattare le imprese e i professionisti come bancomat, senza tutela né rispetto".


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