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Cronaca venerdì 09 maggio 2025 ore 16:00

Antiche anfore recuperate dai carabinieri

Una delle antiche anfore recuperate

Sono 84 i reperti archeologici restituiti alla Soprintendenza, Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno



PROVINCE DI LIVORNO E PISA — L’analisi dei dati statistici riguardante i fenomeni criminali, in danno del patrimonio culturale, ha registrato nel 2024 un leggero incremento di tali reati in Toscana. A fronte di 24 eventi commessi nel 2023, ne sono stati registrati 28 (+17%) nell’anno in corso. 

I luoghi maggiormente colpiti dal fenomeno si confermano gli edifici religiosi (11 nel 2024), ricchi di beni ed oggetti artistici, spesso facilmente commerciabili, dislocati soventemente in zone periferiche o rurali.

Tuttavia si registra un importante incremento, del 100% circa (28 nel 2023 e 57 nel 2024), delle persone deferite all’autorità giudiziaria, a testimonianza dell’intenso lavoro di prevenzione e repressione dei reati, svolto da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. 

Nel 2024, sono inoltre proseguiti servizi di controllo del territorio tesi a garantire la prevenzione dei reati in danno dei musei e dei principali monumenti nazionali, sensibilizzando anche i parroci dei luoghi di culto a raccogliere informazioni su eventuali esigenze e criticità inerenti la sicurezza anticrimine dei luoghi di culto, secondo le indicazioni contenute nelle “Linee guida per la Tutela dei beni culturali ecclesiastici” disponibili sul sito www.carabineri.it, edite dal Ministero della Cultura, dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

Le attività di contrasto dei Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, hanno consentito il recupero di beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici di pregevole fattura, il cui valore viene quantificato in circa cinque milioni di euro.

Nell’anno 2024 sono state:
denunciate all’Autorità Giudiziaria 57 persone, di cui 11 per reati in danno del paesaggio e 14 per illecite attività di scavo;
effettuate 11 verifiche sulla sicurezza di Musei, Biblioteche e Archivi;
controllati:
- 2647 beni nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti;
- 174 esercizi antiquariali e commerciali;
- 16 mercati e fiere del settore;
recuperati:
- 90 beni antiquariali, archivistici e librari;
- 764 reperti archeologici;
sequestrate 70 opere di arte contemporanea contraffatta.

Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, operando sul territorio della Toscana in sinergia con le altre componenti dell’Arma dei Carabinieri ed in particolare con il 4° Nucleo Elicotteri di Pisa, nonché con il supporto tecnico delle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio competenti per territorio, ha assolto alle funzioni di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale, anche attraverso il monitoraggio dei siti archeologici terrestri e marini, nonché delle aree di interesse paesaggistico e dei sette siti UNESCO della regione. Nel corso delle attività sono stati controllati 37 siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali e 38 aree archeologiche.


Fra i beni recuperati dai carabinieri ci sono anche
84 reperti archeologici poi restituiti alla Soprintendenza, Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno.

L’attività investigativa del personale del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze è nata in seguito a una segnalazione in merito alla presenza di numerosi beni archeologici all’interno di un complesso immobiliare.
I successivi accertamenti, condotti con l’ausilio della locale Arma territoriale ed alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, hanno permesso di accertare l’autenticità dei reperti archeologici e, quindi, essendo privi di documentazione attestante la lecita provenienza, di sequestrarli immediatamente.


In particolare, l’esame tecnico-scientifico condotto da un funzionario archeologo della  Soprintendenza, ha datato i reperti in un periodo cronologico che va dal VII sec. a.C. al VII sec. d.C.

Gli antichi manufatti si possono collocare all’interno di due grandi gruppi:
ceramica apula, ionica ed attica, appartenenti ad un unico contesto funerario;
ceramica etrusca di ambito ceretano probabilmente appartenenti allo stesso corredo funebre.

I beni costituivano parte di una collezione ricevuta per eredità, presumibilmente acquistati illegalmente negli anni 70-80.

Alla luce di quanto accertato nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, in virtù della normativa vigente ne ha disposto la restituzione alla Soprintendenza.


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