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Attualità domenica 04 agosto 2024 ore 07:00

Modi di dire, "Il tirchio a Piombino"

Veduta di Piazza Bovio, Piombino
Foto di: Riccardo Marchionni

Nel suo Blog #TuttoPiombino Gordiano Lupi ripercorre la storia altri modi di dire piombinesi



. — "Avere il braccino corto" è più fiorentino che piombinese, usato per indicare una persona molto parsimoniosa, una che non mette mai le mani in tasca, ma l’espressione si usa spesso anche in Bassa Maremma.

Vediamo da cosa deriva. A prima vista potrebbe sembrare dal fatto di avere un braccio così poco sviluppato da non raggiungere la tasca dove sta il portafoglio, ma non è la spiegazione giusta. Facciamo un po’ di storia. Nel Medio Evo i mercanti fiorentini misuravano la stoffa da vendere a braccia (un braccio, due braccia, tre braccia…) e l’unità di misura era la lunghezza del braccio del venditore. 

Alcuni mercanti furbi facevano misurare la stoffa da vendere ai garzoni, molto giovani e non ancora sviluppati, quindi dotati di braccia più corte. Nascevano discussioni, spesso il commerciante veniva apostrofato di usare un braccino corto, fino al giorno in cui non venne adottata la misura ufficiale del braccio fiorentino che doveva avere una lunghezza di 58,32 centimetri. 

A Piombino forse è più usata l’espressione "avere le vipere in tasca" per indicare gli scrocconi, coloro che eludono i pagamenti in compagnia, priva di spiegazioni storiche ma solo naturalistiche. Chi trova una scusa e non paga mai il caffè per tutti quando c’è da passare alla cassa forse teme il morso di un serpente velenoso che conserva nei pantaloni, proprio dove custodisce il portafogli. 

Un altro modo di dire diffuso nel piombinese per stigmatizzare un tirchio è "avere le ragnatele in tasca", perché non mettendo mai le mani nei pantaloni per prendere i soldi, a lungo andare crescono le ragnatele, come nei luoghi dove non si pulisce mai. 

Infine anche "tirchio come un rabbino" ha un motivo storico, soprattutto a Livorno, dove esiste un quartiere ebreo dotato di sinagoga, fondato sulla diceria degli ebrei bravi a far soldi ma molto avidi e tirchi, oltre ad avere in mano il potere economico e bancario (facevano prestiti, spesso con interessi da usurai) prima della Seconda Guerra Mondiale. 

"Tirchio come un portoghese", invece, va di pari passo con l’ammonimento a non fare il portoghese, pure qui derivata da un fatto storico, avvenuto a Roma nel XVIII secolo, quando fu data la possibilità dall’ambasciatore portoghese ai suoi connazionali residenti a Roma di assistere gratis a uno spettacolo che si teneva al Teatro Argentina, solo che non serviva un documento, bastava dichiarare la nazionalità. Va da sé che molti romani scrocconi fecero i portoghesi! E in ogni caso i portoghesi si fecero una brutta fama a Roma di entrare nei posti senza pagare, adducendo scuse o trovando sotterfugi.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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