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Attualità lunedì 28 settembre 2015 ore 18:18

Parchi, intervengono i renziani

Sulla Parchi Val di Cornia interviene anche Costa Toscana Cambia Verso: "Si potrebbe scorporare la parte turistica. E non decidono i partiti"



PIOMBINO — "Il nocciolo che ruota intorno al futuro della società dei Parchi - scrivono da Costa Toscana Cambia Verso - è esclusivamente politico e richiede l’assunzione di responsabilità precise verso i cittadini. Non c’è cosa peggiore, infatti, per un territorio in fase di trasformazione come il nostro che tirare a campare e non decidere".

"La società dei Parchi è nata come supporto all’innovazione del nostro modello di sviluppo: la sua missione era gestire i beni culturali, archeologici e ambientali del territorio con risorse pubbliche, ma anche private, ricavate da una serie di attività (concessioni demaniali, gestione dei parcheggi e servizi) provenienti direttamente dal settore turistico, settore nel quale la società ha giocato un ruolo di promozione e valorizzazione del territorio importante".

"L’obiettivo era quello di ridurre nel tempo le risorse pubbliche a carico dei comuni per gestire tutto il sistema e favorire la crescita di un’economica turistica autonoma dalla società. In nome di questo obiettivo il Pd ha sempre difeso la Parchi, ma oggi, possiamo dirlo, siamo ben lontani dal raggiungerlo".

"E allora, visto che i Comuni non hanno nessun obbligo, ha ancora senso tenere in piedi una società con queste caratteristiche? E’ questa la domanda alla quale dobbiamo rispondere. Se la risposta è affermativa occorrono scelte conseguenti".

"Noi proponiamo che venga redatto un piano aziendale che punti al pareggio di bilancio in tempi ragionevoli, nel quale siano indicate con precisione le nuove fonti di reddito possibili. Un piano che scelga di ridare alla Parchi la gestione dei parcheggi; che preveda la gestione di attività esistenti situate sul demanio marittimo coerenti con il turismo, la nautica e servizi; che immagini negli strumenti urbanistici la previsione di nuove attività turistiche da affidare alla gestione della società; un piano di ristrutturazione aziendale, insomma, coerente con la sua missione".

"Se, invece, la risposta è negativa allora si lavori per scorporare la parte turistica della società dalla gestione dei beni culturali e archeologici. Si costruisca una procedura di evidenza pubblica dove far emergere imprese, cooperative di giovani, e soggetti privati che si candidano a gestire le attività di natura commerciale, che lavorino sulla promozione turistica e sulla rete di imprese, aprendo spazi per nuova imprenditorialità nel settore. E si lasci alla Parchi la sola gestione dei beni culturali e dei parchi archeologici".

"La nomina degli amministratori della società viene dopo, perché è conseguente a questa scelta. In ogni caso non sono i partiti a doversene occupare, ma i sindaci nella loro autonomia. Ci auguriamo lo facciano in modo trasparente, con procedure di evidenza pubblica in cui si valutano i curriculum delle persone, scegliendo il merito e la competenza".  


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