Attualità domenica 12 ottobre 2025 ore 07:00
Bonjour tristesse

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia un commento di Gordiano Lupi dedicato alle sorti del cinema teatro Metropolitan
PIOMBINO — Foto in bianco e nero d’un cinema chiuso, malandato, distrutto. Foto d’un cinema che forse non vedremo alzare di nuovo le serrande. Facciata scalcinata dal tempo che abusa in crudeltà, di mese in mese, non soltanto d’aprile. Finestroni rettangolari stuccati alla parete in toni grigio scuro. Ma la cosa che più fa male al cuore è vedere gli espositori di locandine vuoti, quelle tristi vetrate assenti, quattro finestre di dolore. La scritta antica, sopra il cornicione, Cinema - Teatro - Metropolitan, sostituibile con Bonjour tristesse, anche se non passeranno mai quel vecchio film. Soffuso desiderio di speranza, voglia di rivedere ancora Celentano ai piedi delle scale con la sua motoretta carica di lupini e di pistacchi. Un cinema preso d’assalto da spettatori, in fila al botteghino per Profondo Rosso e L’ultima neve di primavera, magari anche per L’esorcista e C’era una volta il west. Tempi che non torneranno. Il Bar Falesia c’era anche allora, servivano caffè prima degli spettacoli da una sorta di oblò ricavato nella bianca parete. Passare davanti al Metropolitan, pensare alle violenze subite, un antico teatro distrutto, un cinema che segue identico destino. Da quelle poltroncine rosse, rimesse a nuovo negli anni Ottanta, è passata la meglio gioventù e la piccola storia di provincia, tra spettacoli, dibattiti, assemblee e recite teatrali. Adesso silenzio e abbandono. Pezzi di celluloide si rincorrono come sogni perduti. Incontri passati. Amori che nascono. Amicizie che sbocciano. Ricordi d’un magico istante. In quel cinema ti ho stretto la mano, in terza fila, credo negli anni Settanta. Un abbraccio lontano dagli occhi del mondo. Un bacio, un ricordo d’un piccolo amore sfiorito. Adesso che in questa città abbiamo perduto anche l’ultimo cinema, una sala per il teatro da ottocento posti, restiamo inermi a pensare al passato, perché tutto sembra impossibile, si commette un errore persino a rimpiangere. Pare che non resti niente da fare, soltanto sognare, correre dietro ai ricordi che sfuggono via tra le dita come sabbia fina, piangere forse, comporre un pezzo ulteriore dell’antica elegia del tempo perduto. Ma il tempo perduto non è davvero perduto, resta con noi, rende saldo il presente, ci fa sentire più forti, solo perché noi quel tempo l’abbiamo vissuto.
Foto di Riccardo Marchionni
Storia di Gordiano Lupi
Gordiano Lupi
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