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Attualità mercoledì 09 marzo 2022 ore 14:27

Il carro celeste di Populonia in mostra

I resti scoperti nel 1955. I reperti in ferro leggibili sono stati restaurati e applicati, con gli elementi in bronzo, sulla riproduzione del carro



PIOMBINO — Il carro celeste di Populonia va ad arricchire l'esposizione del Museo archeologico del Territorio, a Piombino. 

Allo studio e alla ricostruzione del carro ha collaborato un nutrito gruppo di specialisti, coordinati da Andrea Camilli della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno. Il nuovo allestimento nelle sale del Museo archeologico di Piombino è stato realizzato dalla società Parchi Val di Cornia anche grazie al contributo della Regione Toscana per i Musei ed Ecomusei di Rilevanza Regionale.

Il carro fu scoperto nel 1955, in occasione della sistemazione dell’area archeologica di San Cerbone a Populonia. Venne rinvenuta una fossa di forma allungata contenente gli scheletri di due cavalli e gli elementi metallici dei loro finimenti e di un carro cerimoniale etrusco. La fossa fu convenzionalmente definita fossa della Biga, perché come biga vennero interpretati i resti dagli scopritori. A più di mezzo secolo dalla scoperta, un capillare lavoro di studio e ricostruzione del contesto originale basato sulla documentazione dell’epoca ha permesso di comprendere come la fossa della biga in realtà fosse quanto rimaneva di un tumulo monumentale, andato distrutto dalle operazioni di cava.

Dopo una prima ipotesi di ricostruzione, presentata nella mostra A Cavallo del Tempo (Palazzo Pitti, 2018), lo studio degli elementi metallici di rivestimento del carro è andato di pari passo con il loro recupero ed accurato restauro. Mentre le parti in bronzo fanno parte della collezione del Museo di Piombino, gli elementi in ferro erano da sempre conservati nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e proprio li vennero purtroppo danneggiati dall’alluvione del 1966.

Oggi i reperti in ferro leggibili sono stati restaurati e applicati, con gli elementi in bronzo, sulla riproduzione del carro. Un attento esame della iconografia antica, ha portato a ricostruire la forma originaria del carro. Questi infatti appartiene ad una tipologia che può definirsi celeste proprio perché riferita al mondo ultraterreno, all’ideologia del viaggio nell’aldilà, come le raffigurazioni dei serpenti barbati e le ali applicati alla sua fiancata suggeriscono.

In occasione dell'inaugurazione in programma l'11 Marzo alle 16,30, l'ingresso al museo sarà gratuito con prenotazione obbligatoria (posti contingentati a causa delle restrizioni Covid-19).


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