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Politica mercoledì 20 settembre 2023 ore 11:19

Discarica, Parodi: "La soluzione c'era"

"Preferito la battaglia di bandiera e solleticato la pancia dell'elettore. Per tombare il sito le famose 500mila tonnellate di rifiuti da fuori"



PIOMBINO — "Nell’elaborare una strategia è importante riuscire a vedere le cose che sono ancora distanti come se fossero vicine ed avere una visione distaccata delle cose che, invece, sono più prossime, solo così un'amministrazione può affrontare problematiche complesse, composte non di una sola scelta ma di una serie di scelte collegate per ottenere il risultato voluto, cosa che a mio avviso è mancata a questo governo della città nonostante sui temi scottanti in questi anni avessi proposto soluzioni articolate ma percorribili, totalmente ignorate".

Inizia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa l'ex assessore Giuliano Parodi e lo fa iniziando dalla questione discarica. 

"La discarica di Ischia di Crociano, cavallo di battaglia della scorsa campagna elettorale, che torna prepotente sulla scena politica, visto che il 21 Settembre ci sarà la seconda seduta della conferenza dei servizi in Regione Toscana per discutere il progetto di rialzo e riprofilatura, che cuba 350mila metri, ovvero 526mila tonnellate di nuovi rifiuti. - ha spiegato Parodi - La vicenda del fallimento è nota, come il subentro in affitto dal tribunale da parte della società Rinascenza Toscana che, sta ottemperando alle prescrizioni regionali ed al saldo dei creditori, tra cui il comune di Piombino che ha ricevuto ad Aprile 2023 euro 137.246 euro. Ad esecuzione avvenuta, a Luglio Rinascenza ha fornito il piano di riparto delle somme complessive da liquidare ai creditori pari a 2.949.336 euro, sarà perfezionato l’atto di cessione dell’azienda così che la discarica diverrà totalmente di proprietà privata, con eccezione della porzione della LI53 sulla quale insiste una riserva che Rinascenza dovrà sciogliere entro 3 anni dalla omologa. A mio avviso questo che sta succedendo oggi poteva essere impedito dopo la nostra elezione; è innegabile la mia posizione a riguardo, fui il primo nel Febbraio del 2015 a sollevare le criticità sulla gestione e a chiedere le dimissioni dell’allora presidente dottor Murzi, ma non era certo il fallimento della società e la perdita totale di controllo pubblico, che a quel punto passava nelle mani del giudice, la soluzione auspicabile".

"Per chiudere la discarica, metterla in sicurezza e garantire il post mortem erano necessari 28 milioni di euro e per ottemperare alle nostre promesse elettorali dovevamo agire per trovare le risorse a fondo perduto, attivandosi con la Regione Toscana e con il ministero dell’Ambiente in una concertazione che doveva vedere la regia del comune di Piombino al fine di sanare il sito. - ha proseguito - Con questi presupposti, in maniera pragmatica, presi contatti con Fintecna una società totalmente partecipata da Cassa Depositi e prestiti, che ha nel proprio bilancio somme destinate ai comuni per il risanamento dei danni ambientali prodotti dallo Stato, lo scopo era quello di aprire un dialogo costruttivo e tracciare un percorso amministrativo-giuridico finalizzato, non ad un ennesimo ricorso al Tar, ma che portasse ad una veloce transazione con la stessa al fine di incamerare i circa 45 milioni destinati alla nostra città, così che il Comune di Piombino avrebbe potuto chiudere la discarica in maniera definitiva, ottemperando ad una delle promesse fatte alla città, ed avendo pure risorse aggiuntive per ulteriori bonifiche".

"Purtroppo io non avevo delega all’ambiente, ed il percorso avviato non è stato portato avanti da chi di dovere, con mio grande disappunto l’amministrazione, senza una vera strategia ma, solo per solleticare la pancia dell’elettore o per altre finalità che mi sfuggono, visto la nomina personale fatta dal sindaco del dottor Pellati come presidente di Rimateria, ha preferito la battaglia di bandiera che ha portato non solo al fallimento della società con la perdita di posti di lavoro e peggiorato la situazione del sito, ma anche il risultato di trasferire la proprietà ad altri che, per ottemperare alle richieste ambientali e tombare il sito, porteranno a Piombino le famose 500mila tonnellate di rifiuti da fuori".

"Non esistono al governo soluzioni semplici per problemi complessi, di fatto, la mancanza di visione a lungo termine, e la scelta di soluzioni dal consenso immediato, motivo delle mie dimissioni, hanno prodotto un risultato diametralmente opposto da quanto promesso", ha concluso.

Non è tardata ad arrivare la posizione della giunta Ferrari in merito alle dichiarazioni dell'ex assessore (leggi qui l'articolo collegato).


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