In ricordo di Umberto Canovaro

PIOMBINO — La morte di Umberto Canovaro purtroppo non coglie di sorpresa. Chi lo conosceva sapeva che da alcuni mesi lottava contro un infido male che si era manifestato improvviso.

Muore un politico vero e appassionato, un uomo colto, uno storico sopraffino, un giurista erudito. Muore un amico, un collega scrittore, uno con cui da trent’anni ci scambiavamo i libri che pubblicavamo. 

Ho davanti a me una delle sue ultime opere con dedica: I Caduti Riesi nella Prima Guerra Mondiale, in biblioteca conservo gelosamente Piccolo porto antico, Gli Statuta Rivi nell’Antico Stato di Piombino, Zenone Pineschi, La condizione giuridica femminile negli Statuti di Piombino, Luigi Terrosi Vagnoli, Piccolo Molo Antico, Piombino, storia di un Principato, un saggio sulle donne di Rio, Erbe, pozioni e malefizio d’amore, La febbre spagnola, Santa Caterina all’Eremo di Rio Elba, forse ci saranno altri lavori, ma dovrei cercare con attenzione, non è questo il momento. 

Umberto Canovaro ha sempre incentivato il mio lavoro e quello del Foglio Letterario, da vicesindaco di Piombino - 25 anni fa - volle la pubblicazione della mia biografia di Aldo Zelli e fece di tutto per concludere il progetto. Per amicizia ha collaborato alla mia Storia Popolare di Piombino regalandomi una parte politico - giuridica dove ricorda tutte le amministrazioni del dopo guerra, i sindaci, le giunte e la composizione dei consigli comunali. 

Era un uomo di cultura, curioso di tutte le piccole cose storiche che riguardavano Elba e Piombino, da persona che viveva tra le due sponde del canale.

Ricordo quando alcuni mesi fa, da Siracusa, dove andava spesso per vedere figlia e nipotina, mi procurò tutto il materiale per ricostruire le vicende della partita decisiva - quasi uno spareggio per restare in serie B - pareggiata dal Piombino di Valcareggi, il 31 maggio 1953, in Sicilia.

Lui che era cultore della Storia con la esse maiuscola sapeva bene quanto sono affascinato dalla storia con la esse minuscola, soprattutto dalla storia calcistica.

Caro Umberto, non avrei mai voluto scrivere questo ricordo, non avevi molti anni più dei miei, credo di poter dire che ci siamo voluti bene e che ci siamo apprezzati; tu eri un politico sincero, di tradizione democristiana, fino alla fine hai dato un contributo come candidato sindaco di Rio e come assessore. 

Gli uomini come te lasciano un esempio di fede e passione, oltre a tante pagine di storia da leggere e sfogliare, conservate negli Archivi e nelle Biblioteche. La tua vita è stata ricca di impegni, di cose da fare, non è scorsa senza lasciar traccia, questo è importante. 

A me pare impossibile non poterti più scrivere, non poter chiedere un consiglio per un libro da ultimare, per un articolo da sistemare, per una pagina di storia che non conosco bene. 

Ci sei sempre stato per tutti, con umiltà e passione, adesso noi siamo qui che ti rendiamo omaggio per un ultimo saluto. Ti abbiamo voluto bene. Ti sei fatto voler bene.

---

Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI