Lavoro venerdì 30 agosto 2024 ore 17:00
"Lo Stato si riprenda le acciaierie"
È il punto di vista sostenuto da Le radici del sindacato, area congressuale alternativa in Cgil provincia di Livorno
PIOMBINO — "Chissà se Urso, con il suo compagno di partito Sindaco di Piombino, prenderanno atto che lo Stato deve liberarsi dei privati come Jsw, riprendersi lo stabilimento e quindi confrontarsi con Metinvest-Danieli? Lasciare in mano a Jsw, con Carrai vicepresidente, le attuali acciaierie significa che, se va bene, saranno occupati non più di 400 dipendenti sui quasi 1400 attuali".
Lo dichiara in una nota il gruppo "Le radici del sindacato, area congressuale alternativa in Cgil provincia di Livorno.
"Poi, per il treno rotaie serve ben più di un semplice revamping; per il suo rifacimento e per l’ipotetico forno elettrico, così come per gli impianti Metinvest, bisogna stare lontani dall’abitato. Intanto incombono le scadenze della cig per PioLog, Gsi, Jsw. Senza dimenticare la Magona. - proseguono il gruppo - Da Metivest-Danieli grandi promesse, come se ne sono sentite tante a Piombino dalle precedenti multinazionali; e forse l’ipotesi di contrapporre Piombino a Taranto. Quindi, nessuna nuova delega in bianco alla multinazionale in arrivo, da parte di istituzioni e sindacati. E il piano industriale vero della multinazionale italo-ucraina deve essere valutato da lavoratori e cittadinanza prima della firma dell’accordo di programma, il quale deve contenere vincoli e penali stringenti su occupazione e ambiente, a differenza del passato".
"Lo Stato deve imporre alle aziende il rispetto dell’art. 41 della Costituzione, il quale prescrive che l’iniziativa economica privata produca pure utilità sociale. - prosegue il gruppo - Lo Stato già investe milioni di euro in cassa integrazione; ci mette i terreni demaniali: lo Stato si riprenda dunque le acciaierie. Al Sito di interesse nazionale e Area di crisi complessa piombinese è dovuto un piano di rinascita, incentrato su bonifiche e acciaio pulito di qualità; diritto al lavoro e diritti nel lavoro; ospedale e sanità pubblica; diversificazione economica, mediante economia del mare (senza rigassificatore), agricoltura, turismo, nel rispetto di un ambiente naturale di grande pregio".
"Per tutto questo vale la pena di lottare, insieme agli altri siti siderurgici: v. Taranto. E si può vincere. Dunque, le organizzazioni sindacali facciano subito quello che finora è mancato: costruire dal basso mobilitazione sociale, culturale e politica di lavoratori e cittadini", conclude il gruppo Le radici del sindacato.
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