
Gli abitanti di Ginostra lanciano l'sos contro le capre: «Sono troppe, distruggono strade e muretti di cinta alla ricerca di cibo»

Cultura lunedì 18 agosto 2025 ore 08:55
Mauro Ghizzani, foto in mostra a Palazzo Appiani

Nella recensione alle opere di Giacomo Panicucci si scopre il lavoro e la poetica del fotografo
PIOMBINO — Sabato 23 Agosto a Palazzo Appiani sarà inaugurata la mostra fotografica di Mauro Ghizzani. Trentasei scatti in bianco e nero che hanno catturato situazioni reali e spontanee in luoghi pubblici, evidenziando gli aspetti della società nella vita di tutti i giorni.
A raccontare il lavoro di Ghizzani è Giacomo Panicucci, che propone una recensione alle opere.
"Sia che si aggiri per campagne crepuscolari o spiagge desolate, sia che cammini in mezzo alla folla per le vie di metropoli o di cittadine, Mauro Ghizzani, come tutti i veri fotografi, resta un cacciatore di immagini. Egli è un artista che va alla ricerca di rivelazioni, di momenti magici, di epifanie – per usare un termine caro a Joyce – destinate a svanire se non fissate in uno scatto. A volte può essere la fugace bellezza della Natura a colpirlo, con i suoi sublimi giochi di luce all’alba e al tramonto, oppure può essere il volto pittoresco di un freak o di una passante: ciò che conta è fermare quel frammento di realtà permeato da un’aura, che il tempo porterebbe irrimediabilmente via con sé. A differenza di quanto sosteneva Baudelaire — che considerava la fotografia (allora nascente) un’arte sterile, incapace di cogliere l’essenza più sottile della realtà — le immagini di Ghizzani ci dimostrano che la fotografia può essere una via eccezionale per distillare il flusso del divenire e gli aspetti del molteplice.
Mauro Ghizzani si esprime tramite una tecnica impeccabile: ogni sua composizione è rigorosa, con un equilibrio sapiente di contrasti e prospettive. Queste immagini sono il risultato di un controllo consapevole del mezzo fotografico, mai fine a se stesso, ma sempre al servizio della visione. Come i pittori fiamminghi, il suo sguardo sa abbracciare tutto l’orizzonte, riuscendo però a isolare con precisione chirurgica un dettaglio essenziale, spesso il nucleo poetico della foto.
Ghizzani si considera prima di tutto un fotografo di strada: la sua opera, infatti, lontana da ogni elucubrazione narcisistica tipica dell’arte concettuale, si fonda sulla pura contemplazione, aprendosi completamente al mondo per coglierne l’anima e le sfumature più impercettibili. Tuttavia, l’apparente realismo è costantemente minato da un’atmosfera inconscia e onirica. D’altronde il paradosso espresso da Fellini è verissimo: l’unico realista è soltanto il visionario.
Nell’arte di Ghizzani convivono essenzialmente tre anime: una metafisica, una gotica e una che potremmo definire surreale o fumettistica: quest’ultima si manifesta soprattutto nella vena ironica e straniata che attraversa certi scatti e per la scelta di corredare le fotografie con didascalie scritte da lui stesso. Questo elemento aggiunge una dimensione narrativa alle immagini, che evocano il linguaggio del fumetto. Qui il dato reale si trasfigura: la foto si fa vignetta e la figura ritratta diviene personaggio, portatore di una storia, di una postura simbolica, teatrale, grottesca, caricaturale. È come se ogni soggetto fosse investito da un’aura in bilico tra realtà e fantasia. Non si tratta più soltanto di documentare, ma di costruire una piccola mitologia del quotidiano, come accade nella grande tradizione del graphic novel.
Un elegante e solenne bianco e nero è invece il mezzo privilegiato per esprimere la vena metafisica e gotica: in questi scatti esistenzialisti, come nei primi film di Bergman, la luce bianca si innesta sul silenzio mentre l’ombra svela la dimensione più interiore e profonda della scena. Spesso Ghizzani insegue il corrosivo morso del tempo e della natura, richiamato dalle rovine e dai luoghi dimessi e desueti. In questi spazi inospitali e sinistri, il fotografo si avventura in cerca di una scintilla di sovrannaturale che può annidarsi tra le crepe, tra la ruggine, tra gli alberi scheletrici e l’erba incolta. Così, dalla periferia industriale della provincia livornese vengono estratti grandi reportage di una ‘'terra desolata’', che si fanno archetipi universali, impregnati di reminiscenze letterarie: questo accade, ad esempio, con la casa abbandonata alle porte di Piombino — la cosiddetta 148, appena oltre il quartiere del Cotone — che negli scatti di Ghizzani si carica della stessa cupa inquietudine della dimora Usher di Edgar Allan Poe e che, così ritratta, sarebbe la copertina perfetta del romanzo L’incubo di Hill House di Shirley Jackson. Forse non accadeva dai tempi del grande Gias Carobbi che l’anima dark, decadente, post-industriale di Piombino, oggi così abilmente dissimulata e mascherata, venisse evocata con una simile efficacia in fotografia. Entrambi sono autori in cui la sostanza narrativa è fatta di solitudine, la luce sfiora il buio e gli spazi sono teatri muti di presenze invisibili.
Ma anche la fotografia a colori occupa un ruolo centrale nell’opera di Ghizzani. Qui la vetta più alta si raggiunge nei paesaggi naturalistici dove la natura diventa sacrale, con punti di fuga che si aprono verso l’infinito. Questi panorami mistici assomigliano più a quadri a olio; evocando certe tele di Turner, Friedrich, Böcklin, filtrate però dall’angoscia moderna di autori come Kafka e Lagerkvist.
Il colore è utilizzato soprattutto per raccontare l’ambiente cittadino: clochard, automobili rosse saettanti, palazzi con scale metafisiche e flessuose, impiegati, preti, suore, tipi strambi o anonimi, giovani e vecchi, lavoratori sorpresi in piccoli eroismi quotidiani, pensionati assorti in ricordi e in ore d’ozio. Ne emerge l’affresco vastissimo e vividissimo di un’umanità colta nei suoi gesti minimi: una sorta di comédie humaine fotografica in perenne movimento, un’opera in fieri che Mauro Ghizzani continuerà a comporre, giorno dopo giorno, nel tentativo instancabile e inesauribile di catturare il fantasma inafferrabile della vita."
La mostra, organizzata dall'Associazione culturale S.T. Art arte sul territorio, è a entrata libera e sarà inaugurata sabato 23 Agosto alle ore 18.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI