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Politica mercoledì 05 febbraio 2025 ore 17:00

Nuova rotta verso sud, positiva o anacronistica?

Dopo l'annuncio del sindaco di Piombino di guardare alla Provincia di Grosseto, si è riaperto il dibattito ricordando il 2013



PIOMBINO — "Il sindaco Ferrari vuole portare Piombino sotto la provincia di Grosseto e lo annuncia con un video Facebook, la sua specialità. Senza un confronto con i cittadini, né con gli attori politici ed economici della città. Fa tutto lui, senza averne mai neanche parlato nei quasi 6 anni in cui è stato sindaco". Così ha esordito Sinistra Italiana commentando la proposta lanciata dal sindaco di Piombino Francesco Ferrari di far passare il Comune dalla Provincia di Livorno a quella di Grosseto (leggi qui sotto gli articoli collegati).

"Alla base non ci sono motivazioni economiche o di sviluppo per il benessere della città, ma una sedicente affinità ai grossetani, cosa sicuramente vera per lui che da quel territorio prende ordini politici e dipendenti comunali. E’ un proposta totalmente anacronistica e che non può avere nessun reale impatto sui grandi temi della città, a partire dal porto e dalla sanità, e che metterebbe una pietra sopra al progetto di sovracomunalità con gli altri Comuni della Val di Cornia, che è e deve rimanere un obiettivo concreto e auspicabile. In questo momento di crisi generale della città pensiamo che sia necessario concentrarsi sui temi davvero importanti: crisi dell’industria e del commercio, bonifiche e demolizioni, rigassificatore, transizione ecologica, lotta alla povertà, rilancio del turismo, salvaguardia dell’ospedale. Non serve passare mesi, se non addirittura anni, a parlare di questo tema, che ha un iter estremamente lungo e complesso, senza concentrarsi sulle questioni veramente importanti del territorio. Per questo come Sinistra Italiana Piombino non cadremo nella provocazione e continueremo a parlare dei temi importanti della città e a lavorare per i piombinesi".

Di fatto, quella presentata non è una novità. Era Maggio 2013, con sindaco Gianni Anselmi, quando in Consiglio comunale fu approvato un ordine del giorno che andava proprio in tal senso: avviare l'iter per far passare il Comune di Piombino dalla Provincia di Livorno a quella di Grosseto. A ricordarlo Stefano Ferrini, allora consigliere di Spirito Libero. "Allora vi furono se non ricordo male ben 6mila firme a sostegno della proposta e quindi un dibattito serio ed intenso in città, prima che il Comune si esprimesse. - ha ricordato in un post sui social - Oggi, Ferrari annuncia questa cosa senza un minimo di discussione in città. Bah, sembra quasi un’arma di distrazione di massa per nascondere il niente dell’azione della sua Giunta. O il pegno che Ferrari deve pagare per gli intensi rapporti politici con Grosseto ed il suo sindaco Vivarelli Colonna. In ogni caso, la proposta in sé per sé, senza darne significati salvifici per Piombino, è positiva ed andrebbe sostenuta. Sbaglierebbero le opposizioni se si mettessero contro solo perché la proposta viene dal sindaco del centro destra. Anche perché allora erano favorevoli ed i mal di pancia maggiori li ebbe, come si vede dal voto, proprio il centro destra, che si divise".

Al di là dei commenti più o meno ironici affidati ai social, si è aperto un dibattito per questo nuovo tentativo di rotta verso sud. I partiti politici che nel 2013 avvallarono la proposta in Consiglio comunale oggi non la condividono.

Per esempio, l'Unione comunale Pd. "Il sindaco Ferrari decide da solo e pretende di parlare a nome di tutti, ma chi lo ha mai detto che Piombino si sente grossetana? Non si tratta di fidanzarsi all’asilo: scelte così rilevanti non si annunciano senza consultare la città. Vogliamo che riferisca subito in Consiglio e spieghi i veri motivi di questa sua decisione, che certo non sono il senso di appartenenza ma, piuttosto, l’ennesima arma di distrazione di massa dopo sei anni di nulla cosmico. Sembra che al sindaco interessi più il suo futuro che quello della città: che stia preparando il terreno per le prossime elezioni politiche in collegio più amichevole?".

Anche il Partito di Rifondazione Comunista ha da che ridire. "Premesso che Livorno storicamente ha mostrato scarsa sensibilità nei confronti delle problematiche di Piombino, analizziamo con oggettività e senza pregiudizi la proposta del sindaco di trasferire Piombino sotto la provincia di Grosseto. La realtà è che questo cambiamento non porterebbe alcun beneficio concreto, né risolverebbe i problemi che si dice di voler affrontare. Dal punto di vista portuale, l’autorità portuale, come più volte ribadito, non è una competenza provinciale. Le autorità portuali coprono aree più ampie delle province e, in Toscana, o meglio, nella zona del Tirreno Centro-Nord, ne esistono due: quella di Livorno e quella di Civitavecchia. Inoltre, lo sviluppo del porto di Piombino è ostacolato principalmente dalle scelte del governo e della Regione, tra cui l’installazione del rigassificatore e l’incertezza industriale. A livello sanitario, Piombino fa parte di una vasta Asl che include quattro province: Livorno, Pisa, Lucca e Massa. Il passaggio alla Asl di Grosseto non migliorerebbe la situazione, poiché l’Asl sud-est copre un territorio enorme, da Arezzo a Grosseto. Il vero problema risiede nella riforma regionale delle Asl, che ha creato strutture amministrative inefficienti accorpando aree eterogenee. Per quanto riguarda i trasporti pubblici, la gestione regionale dei servizi su gomma, affidata alla multinazionale francese Ratp, ha accentrato le competenze a livello regionale, escludendo di fatto il ruolo delle province. Infine, il ruolo delle province stesse è stato drasticamente ridimensionato. Con la riforma del Titolo V e la successiva riforma Delrio (2014, governo Renzi), le province hanno perso gran parte dei loro poteri, rimanendo responsabili principalmente della gestione dell’edilizia scolastica e della programmazione didattica, comunque sotto indirizzo regionale. Alla luce di tutto ciò, la decisione del sindaco di rilanciare una discussione ormai anacronistica ha un obiettivo chiaro: spostare Piombino in una provincia, quella di Grosseto, ormai solidamente di centrodestra, nelle mani dell’alleato Vivarelli Colonna. L’intento è quindi quello di favorire interessi di parte e ridistribuire le poche risorse ancora gestibili tra un consiglio provinciale e un altro, nonostante le province abbiano ormai poteri limitati. Ecco perché, paradossalmente, questa proposta rappresenta davvero una sterile polemica su un 'confine più burocratico che reale', per riprendere le stesse parole del sindaco".



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