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Attualità mercoledì 22 maggio 2019 ore 08:18

Nascere a Piombino, in piazza per il punto nascita

Il comitato Lasciateci nascere a Piombino è sceso in piazza e si è detto pronto a tornarci per scongiurare la chiusura del punto nascita



PIOMBINO — Nemmeno quei vestiti neri, in segno di lutto, riusciranno a far perdere la speranza e la convinzione che il punto nascita di Piombino possa essere destinato alla chiusura. Così il comitato Lasciateci nascere a Piombino ha chiamato tutti a raccolta in piazza Cappelletti per un flashmob di sensibilizzazione e protesta nel pomeriggio di martedì 21 Maggio che ha visto la partecipazione di Tiziana sorella di Tony Innocenti, ginecologo scomparso in un incidente automobilistico a dicembre 2008 a cui è intitolato il reparto.

Donne, uomini, mamme, nonne, bambini, in tanti hanno riempito la piazza, seduti sulle scalinate, vestiti di nero, palloncini, un nastro rosa, uno celeste, tanti cartelli che chiedono un'unica cosa Lasciateci nascere a Piombino.

Le promotrici dell'iniziativa Marida Leoni e Valentina Modesti hanno raccontato lo situazione del punto nascita e la battaglia di sensibilizzazione intrapresa dal comitato mesi fa, quando la campagna elettorale era ancora lontana, per chiedere all'Amministrazione maggiore incisività per salvare il reparto.

Sul futuro del punto nascita dell'ospedale Villamarina a Piombino i riflettori sono accesi da tempo, dall'introduzione del decreto Balduzzi con il numero minimo dei 500 parti alle norme per l'accreditamento che prevedono standard operativi e di sicurezza.

"Una città non può arrivare alla chiusura del punto nascita senza che nessuno manifesti il suo dissenso. Le gravidanze patologiche (donne al secondo cesareo o con diabete gestazionale per esempio) sono state dirottate a Cecina, ospedale di pari livello di Piombino, per il parto senza nessuna comunicazione alla cittadinanza", hanno esordito non nascondendo la preoccupazione di come questo possa rappresentare un primo passo verso la chiusura.

"Chi non vuole la chiusura del reparto deve impegnarsi affinché non chiuda. Esattamente come è successo a Barga. - hanno sottolineato - Hanno lottato con 300 parti annui, per lui adesso il decreto Balduzzi non vale perché hanno i requisiti di accreditamento e ottenuto così la deroga".

A Piombino, come hanno fatto sapere nei giorni scorsi dalla Regione Toscana, è stata chiesta una nuova deroga e si è in attesa di una risposta. Ma come ha sottolineato più volte il comitato chiedere deroghe non basta più, serve piuttosto un intervento incisivo per migliorare il reparto predisponendo per esempio una sala operatoria al piano e incentivare l'assunzione di nuovo personale medico. 

"Abbiamo chiesto il confronto. Abbiamo parlato quando la campagna elettorale era lontana. Ci hanno sempre e solo parlato di deroga. - hanno ribadito dal comitato - Chi viene dopo (riferendosi ai candidati a sindaco, ndr) deve impegnarsi, le parole non bastano più. Chiediamo un impegno concreto a chiunque sia seduto su qualunque poltrona del caso. A chi dice che l'ospedale non chiude diciamo di andare al quarto piano di Villamarina".

Non è passata inosservata, in piazza Cappelletti, la presenza di esponenti di tutte le forze politiche in corsa alle elezioni amministrative di domenica. Una presenza che il Comitato ha apprezzato pur ricordando la natura apolitica dell'iniziativa. Del resto la nascita di un figlio non ha colore politico, è nell'interesse di tutti vigilare affinché il punto nascita dell'ospedale di Piombino continui a rappresentare un riferimento per i piombinesi e tutto il comprensorio.

Dina Maria Laurenzi
© Riproduzione riservata


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