Attualità venerdì 22 agosto 2025 ore 15:17
Nuove osservazioni al maxi impianto fotovoltaico

Uniamo Suvereto: "Non siamo contrari alle rinnovabili, riteniamo che la transizione ecologica debba avvenire nel rispetto delle comunità locali"
SUVERETO — L’Associazione politico-culturale Uniamo Suvereto ha espresso ferma contrarietà al progetto di realizzazione dell’impianto fotovoltaico Campiglia da 67 MWp, previsto nel Comune di Campiglia Marittima, e alle connesse opere infrastrutturali, tra cui due sottostazioni elettriche, localizzate nel territorio di Suvereto. Lo fa attraverso una osservazione inviata al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica affinché il progetto non venga autorizzato in sede di VIA o altro procedimento autorizzativo, per manifesta incompatibilità.
Secondo l’Associazione, il progetto presenta gravi criticità ambientali, paesaggistiche, agricole e socio-economiche, tali da compromettere in modo irreversibile la vocazione rurale e culturale della Val di Cornia, un territorio che da decenni rappresenta un modello virtuoso di integrazione tra agricoltura di qualità, tutela del paesaggio e turismo sostenibile.
Tra i principali motivi di contrarietà il consumo di suolo agricolo fertile, l'impatto paesaggistico e culturale e la mancata coerenza con la pianificazione territoriale.
“Non siamo contrari alle energie rinnovabili – ha dichiara la presidente Cristina Solignani – ma riteniamo che la transizione ecologica debba avvenire nel rispetto delle comunità locali, dell’agricoltura e del paesaggio. Installare impianti di scala industriale su terreni agricoli fertili significa sacrificare il futuro di un territorio che ha scelto qualità, sostenibilità e bellezza. Le rinnovabili vanno sviluppate in aree già compromesse, siti industriali dismessi e tetti di edifici, non sottraendo suolo produttivo e identità alle nostre campagne. La nostra contrarietà nasce quindi dall’esigenza di tutelare il bene comune, la qualità del territorio e le generazioni future".
L’Associazione Uniamo Suvereto chiede al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di rigettare il progetto Campiglia e di avviare una riflessione più ampia sulla transizione energetica, affinché non diventi una nuova forma di consumo del territorio, ma un’occasione di sviluppo realmente equo e sostenibile.
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