Attualità domenica 29 ottobre 2017 ore 19:39
Cave, per il comitato la società fa autogol
Il Comitato per Campiglia risponde punto per punto alla lettera inviata dall'amministrazione delegato di Cave di Campiglia
CAMPIGLIA MARITTIMA — Non tarta ad arrivare la replica del Comitato di Campiglia alla lettera inviata dall'amministratore delegato di Cave di Campiglia spa in cui accusa il comitato (leggi gli articoli correlati).
"Le sue accuse, infatti, se non ne dimostra la fondatezza, sono al limite del codice penale. - hanno scritto in una nota il Comitato per Campiglia - In realtà il signor Radaelli non solo non dimostra le sue calunniose affermazioni, ma anzi dà ragione a quello che il Comitato sostiene nei suoi scritti e che forse il signor Radaelli non ha avuto tempo di leggere o non ha capito. Il fatto che sia solo e sempre solo Cave di Campiglia a lamentare la crisi e tratti in merito con il sindaco, senza che mai si sia vista alcuna richiesta da parte della Sales (che pare abbia ben sette anni davanti a sé per finire di scavare), e il fatto che anche l'articolo sia ispirato alle parole del solo rappresentante di Cave di Campiglia, dimostra quanto sostenevamo, cioè che l'avere modificato una norma del Piano Strutturale per tutto il settore estrattivo di inerti è ingiustificato in quanto non atto eccezionale e circoscritto, ma strutturale che rimette in discussione tutto il futuro quadro del sistema paesaggistico del Comune".
Quanto alla impossibilità di convivenza tra cave e Parco di San Silvestro, per il Comitato il sostenere che i visitatori sia aumentati "non dimostra la compatibilità con le cave, ma semplicemente che malgrado le cave il Parco ha grandissime potenzialità". Potenzialità che per il Comitato potranno svilupparsi sono con la chiusura o il ridimensionamento della Cava di Monte Calvi.
"Solo ora, modificando il Piano di coltivazione con estrazione in profondità si potrà raggiungere la percentuale citata del 70% di microcristallino. - hanno sottolineato in merito al materiale pregiato ottenuto dalla cava - Va ricordato poi che la percentuale di materiale che fino a qualche anno fa veniva utilizzato per le acciaierie era solo il 25 per cento del tutto e che il resto veniva scavato e venduto invece di restare sul posto come avveniva fino a che la Cava serviva solo per le acciaierie. Solo successivamente con passaggi complessi, vorticosi e poco comprensibili, con passaggi da proprietà pubblico-privata a solo privata, Monte Calvi è diventata una cava di prestito che poco aveva a che fare con le acciaierie. Certo è che con questo cambiamento di carte, funzioni e destinazioni, Cave di Campiglia si è garantita tre cose: un sacco di soldi per i proprietari, il prolungamento del posto di lavoro per 39 dipendenti, una massiccia distruzione del patrimonio paesaggistico di un'area oltretutto circondata da un sito di interesse comunitario".
E quella dei 39 lavoratori per il comitato sarebbe l'unica nota positiva di questa vicenda anche se si sarebbero sentiti "più rassicurati se ci fosse un accordo che impedisca categoricamente che i lavoratori siano licenziati anche persistendo la crisi del settore e se, in previsione della chiusura o ridimensionamento dell'attività estrattiva, i privati e il pubblico si attivassero per ricollocare le maestranze in esubero".
"Per il resto - si conclude nella nota del Comitato per Campiglia - le parole dell'amministratore delegato di Cave di Campiglia spa sono solo chiacchiere che dimostrano ignoranza dei problemi complessi di un territorio e delle potenzialità di sviluppo che le cava soffocano. Quel che resta è una comprensibile, ma inevitabilmente non imparziale, difesa degli interessi dei suoi datori di lavoro".
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