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Attualità lunedì 26 settembre 2022 ore 17:20

Rigassificatore, "sempre più dubbi sull'impianto"

A ribadire netta contrarietà al progetto nel porto di Piombino a causa di vari rischi è Italia Nostra Arcipelago Toscano



PORTOFERRAIO — La sezione Arcipelago Toscano di Italia Nostra interviene ancora sul rigassificatore nel porto di Piombino "per sottolineare le grandi contraddizioni che continuano ad emergere da più parti a testimonianza di un progetto che denuncia aspetti inquietanti di estrema superficialità e sottovalutazione di rischio anche da parte di enti omologhi che non possono avere approcci differenti e in contrasto tra loro".

Secondo l'associazione ambientalista che interviene attraverso una nota "Ultimo, ma non per questo meno importante, è il caso del negativo parere espresso dall’Istituto superiore della Sanità (ISS) che ritiene insufficiente la Valutazione di Impatto Sanitario formulata da SNAM nella sua relazione; le criticità individuate dall’ISS vengono riportate fedelmente nella lettera aperta che il Comitato di Salute Pubblica di Piombino e Val di Cornia ha inviato sabato scorso al Commissario straordinario, all’Iss,alla Snam Italia FSRU srl, al Sindaco di Piombino e all’ASL Toscana nord ovest".

"Quest’ultimo Ente, - proseguono da Italia Nostra Arcipelago Toscano - in totale contraddizione con il suddetto parere, nel recente contributo inviato al commissario straordinario esprime invece parere positivo, pur prendendo in considerazione esattamente gli stessi parametri: gli inquinanti NOx, Polveri e CO, nonché altri inquinanti atmosferici che possono avere ricadute sulla salute. A maggior conforto di quanto sia strumentale e forzato detto parere addirittura il relativo testo definisce “poco antropizzato” il sito in cui verrà posizionata la nave rigassificatrice!"

"Forse - commentano da Italia Nostra -  dobbiamo ricordare ai responsabili dell’Asl  Toscana Nord Ovest che nel porto di Piombino transitano circa 3 milioni di persone all’anno e in alcune giornate di punta si raggiungono anche 60-65mila presenze . Queste posizioni così diverse fanno capire quanto sia poco oggettiva la situazione e quindi quanto grande sia di conseguenza la certezza che si vada verso una forzatura. Riportiamo di seguito il testo delle osservazioni che la nostra sezione ha inoltrato nei tempi e nei modi definiti dal commissario straordinario Giani. “La sezione Arcipelago Toscano di Italia Nostra è fortemente preoccupata dell’impatto ambientale che l’opera in oggetto potrebbe avere sia sul territorio e la popolazione di Piombino e dintorni sia per le fatali conseguenze che potrebbe avere all’Isola d’Elba e in tutto l’Arcipelago Toscano. Si tratta, infatti, dell’unico impianto di questo tipo che verrebbe posizionato non “OFF SHORE”,a pochi metri di distanza dall’abitato, vicinissimo a zone vincolate Natura 2000, limitrofo ad uno dei centri di produzione ittica più importanti d’Italia, in un porto da cui transitano circa 3 milioni di passeggeri all’anno con un traffico già oggi congestionato di traghetti per le isole. Il posizionamento di un rigassificatore infatti, al pari di altre strutture industriali, ha un impatto molto importante dal punto di vista socio-economico ma soprattutto ambientale. Per questa ragione avrebbe necessità di uno studio preliminare approfondito in modo da valutare tutte le possibili conseguenze. Dalla documentazione rilasciata dal proponente non si evince alcun riferimento quantitativo che possa indurre una valutazione dei parametri fondamentali che indicano l’eventuale impatto. Per il rigassificatore all’interno del porto di Piombino sarebbe fondamentale conoscere il regime correntometrico di dettaglio attraverso il posizionamento di alcuni correntometri nella zona interessata. Inoltre, considerato lo scarico di contaminanti, acqua a T più fredda e ipoclorito di sodio che si andranno a depositare sul fondale del porto, risulta fondamentale conoscere anche le biocenosi del fondale stesso, attraverso campionamenti, in modo da monitorare nel tempo eventuali cambiamenti e correggere il progetto in corso d’opera. Bisognerebbe intanto sapere con precisione a quale temperatura si arriverebbe a raffreddare l’acqua di mare dopo il pompaggio; uno dei primi problemi è rappresentato dall’aspirazione forzata di acqua di mare dalla darsena; questo provoca una distruzione del plancton disperso nella colonna d’acqua. Questa è una categoria ecologica che raggruppa un numero incalcolabile di organismi animali e vegetali (larve, microorganismi, spore, batteri, ecc.) necessaria alla catena alimentare dell’intero ecosistema marino. Lo scarico prevede un flusso d’acqua di circa 18000mc/h che, con una serie di semplici conversioni, significano 432.000 mc ogni giorno. Fino ad ora il committente, non avendo dati raccolti per mancanza di tempo, ha solo eseguito delle simulazioni: proviamo quindi a farle anche noi. Consideriamo, per un attimo, il Porto di Piombino come una darsena chiusa con una superficie di circa 1 milione di mq. La profondità media della darsena è di circa 12 metri e quindi, se fosse chiusa, conterebbe circa 12 milioni di mc di acqua, un volume enorme. Confrontando tale valore con l’aspirazione dell’acqua di ogni giorno significherebbe che tutta la darsena potrebbe essere svuotata in meno di un mese. Cosa significa questo? Il porto ha un’unica apertura verso SE di 500 metri e quindi dobbiamo capire se tale apertura permette un ricambio di acqua sufficiente a equilibrare il pompaggio del rigassificatore altrimenti questo potrebbe portare ad un impoverimento sia della colonna d’acqua sia del fondale del porto. Lo scarico, arricchito di ipoclorito di sodio e con una temperatura più fredda dell’acqua potrebbe creare problemi? Il committente assicura che la differenza di temperatura si disperde molto velocemente: tale affermazione, alla quale non possiamo rispondere a causa della mancanza di dati, confermerebbe un ricambio della massa d’acqua all’interno della darsena molto rapida che garantirebbe un giusto idrodinamismo all’interno del porto. Quindi la simulazione in cui si evidenzia un ridottissimo pennacchio di contaminanti fuori del porto si contraddice con l’affermazione precedente : cioè che il ricambio di acqua sarebbe molto rapido. Il committente inoltre afferma che anche gli hotel e i campeggi usano l’ipoclorito per il mantenimento degli impianti e poi scaricano in mare: è vero, utilizzano lo stesso sistema come pure i generatori e i motori principali delle navi ormeggiate in porto ma non crediamo che le quantità siano esattamente le stesse (31 tonnellate di ipoclorito di sodio all’anno)".

"Qualcuno ha fatto dei calcoli su quante navi entrano nel porto e per quanto tempo stanno ormeggiate con i generatori accesi? Negli ultimi anni i ricercatori sono impegnati nel dimostrare che le acque portuali non sono degli ambienti completamente depauperati e ormai destinati alla fine ecologica ma possono comunque essere fonte di biodiversità. Inoltre i porti, per loro natura, insistono in un ambiente molto delicato, l’ambiente marino costiero e quindi dobbiamo evitare assolutamente i fenomeni di spill over di contaminati che potrebbero influenzare anche ecosistemi lungo la costa. Ormai sono due mesi che si parla del rigassificatore e molto probabilmente non entrerà in funzione prima della fine dell’anno: sono mesi in cui, mentre si discuteva, si poteva e doveva iniziare comunque a monitorare l’ambiente attraverso uno studio idrodinamico e correntometrico nell’area circoscritta della darsena e una caratterizzazione delle biocenosi autoctone. Tale attività era e resta di fondamentale importanza", concludono da Italia Nostra Arcipelago Toscano.


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