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Attualità domenica 23 febbraio 2025 ore 07:24

Sciagattare e arrondemà, il piombo-livornese

Foto di Riccardo Marchionni

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia Gordiano Lupi ci ricorda qualche modo di dire piombinese



PIOMBINO — Il verbo sciagattare si usa da sempre quando si viene alle mani ed è una dimostrazione di quanto Piombino sia legata (almeno linguisticamente) a Livorno. Può essere una minaccia alla quale seguono i fatti: “Ora ti sciagatto!”, ma anche una considerazione che giunge a cose fatte: “Si sono sciagattati!”. Interessante capire la derivazione, perché il vocabolo è livornese - acquisito da tempo anche a Piombino - ma di origini ebraiche. Tutto nasce dal Bagitto ebraico, un dialetto giudeo-italiano usato dagli ebrei soprattutto in Toscana e in Corsica, un linguaggio misto giudeo-livornese arricchito di componenti toscane, spagnole e portoghesi. In quel dialetto si usa la parola shaker per indicare la lavorazione di carni animali che vengono battute a lungo e svuotate da tutto il sangue, perché considerate impure. Se ci pensiamo bene lo shaker è ancora oggi lo strumento con cui il barman mescola le bevande per fare i cocktail, scuotendolo con forza. Da qui il verbo sciagattare perfetto per indicare una lotta cruenta, durante la quale due persone si fanno parecchio male, esce pure del sangue, in una sola parola onomatopeica si sciagattano.

Tante espressioni piombinesi e labroniche provengono dal tempo di guerra. Ganzo, per esempio, forse deriva dal tedesco ganze che significa divertente. La frase livornese “gliene ha date arrondemà”, “ne ha buscate arrondemà”, in grande quantità, proviene dall'espressione inglese “around the man”. Tutto deriva dalle scorribande che i livornesi effettuavano nei depositi americani nell’immediato dopoguerra. La fame e la miseria portava a entrare di nascosto nei depositi per prendere un po’ di cibo e vestiti che in quei luoghi erano stivati in grande quantità. Quando venivano scoperti, la sentinella lanciava un allarme: “Around the man!” Ovvero “Circondatelo!”. Subito apparivano militari della MP o della SP in grande quantità che cominciavano a manganellare. Da qui il termine labronico arrondemà per dire di una persona che ne ha prese tante da farsele bastare per un pezzo, anche se altri commentatori preferiscono la spiegazione francese che deriverebbe da “à ronde de mains” (con un giro di mani), una sorta di scapaccionata.

Il nonno di un mio amico - ma forse anche il mio, non ricordo -, chiamava la carne in scatola beffe, perché sulle latte in tempo di guerra c’era scritto beef per indicare cosa ci fosse dentro, mentre noi italiani che ignoravamo l’inglese credevamo che fosse la marca. Del tegame di su’ ma’ abbiamo già parlato. Se non vi ricordate da cosa deriva andatevi a rileggere il vecchio articolo (leggi qui gli articoli collegati).

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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