Attualità venerdì 02 novembre 2018 ore 13:35
Resilienza per affrontare il cambiamento climatico
Alcune riflessioni di Umberto Mazzantini, responsabile isole minori Legambiente, in occasione delle mareggiate che ha colpito l'Elba nei giorni scorsi
PORTOFERRAIO — Umberto Mazzantini, responsabile isole minori Legambiente e responsabile mare Legambiente toscana, cogliendo l'occasione dei danni causati dal forte maltempo e dalle mareggiate che, nei giorni scorsi hanno colpito duramente l'isola d'Elba e l'Arcipelago toscano, è intervenuto per sottolineare come questi episodi facciano parte di un cambiamento climatico in atto, sottolineando come questi eventi un tempo vissuti come "straordinari" stanno sempre più diventando una "normalità".
"Piove ancora sull’Arcipelago toscano che si lecca le ferite di 'una tempesta mai vista', - così esordisce Mazzantini nel suo intervento - che conta i danni dei moli spezzati e delle spiagge e delle ultime dune spazzate via dalla furia del mare, piove mentre ancora i riesi credono di vedere sulla costa di Vigneria la sagoma sbilenca di un pezzo di arrugginita storia mineraria, il pontile di caricamento, che non c’è più. Piove e, in quest’epoca di tempesta climatica globale, le nostre rischiano di essere le lacrime nella pioggia di un Blade runner sempre in bilico tra un pericolo e l’altro. Lacrime amare, a volte lacrime di coccodrillo".
"Chi ha la mia età, - prosegue Mazzantini - nella sua ormai non più breve vita ha sentito spesso dire: 'una mareggiata mai vista, un vento mai visto, un’alluvione mai visto, una frana mai vista, un’erosione di una spiaggia mai vista...' E il problema sta proprio lì: non dovremmo aver visto così tante catastrofi (in)naturali, non dovremmo aver visto nel breve tempo della vita di un uomo scomparire spiagge dove da ragazzini facevamo il bagno, crollare dighe che ci avevano assicurato avrebbero protetto per sempre i nostri Paesi, vedere il mare trasformare le piazze in lagune, i centri storici chiusi dal vento, le alluvioni ogni 10 anni".
"Quando a luglio l’Enea disse che Marina di Campo era uno dei posti in Italia più a rischio per l’innalzamento del mare - prosegue il responsabile mare di Legambiente Toscana - e Legambiente rilanciò la notizia, in molti ci accusarono di seminare il panico, qualcuno pensò addirittura, per qualche minuto, di denunciare per procurato allarme i giornali che avevano scritto di quello studio scientifico dell’Enea. Ora il mare ha invaso il lungomare e le piazze di Marina di Campo, la strada costiera incautamente realizzata a ridosso della spiaggia è ridiventata sabbia e le onde hanno travolto le recinzioni della prossima e incredibile piscina che dovrebbe sorgere sulla spiaggia, a due passi da dove nell’estate 2017 nidificò una tartaruga marina".
"Il problema è che l’eccezionale, il 'mai visto'- sottolinea Mazzantini - è diventato la nuova normalità e che ogni autunno ci porta un disastro e ogni estate ondate di caldo soffocanti. Il problema è che chi dovrebbe decidere fa finta di niente, salvo dichiarare nuovi stati di emergenza o chiedere danni per disastri 'mai visti'. Il problema è che l’emergenza climatica è diventata la nostra normalità e che lo sarà sempre più in futuro".
"Il 15 ottobre il drammatico Rapporto speciale dell’'Intergovernmental panel on climate change dell’Onu' (Ipcc), ci ha avvertito che se non riusciremo a mantenere l’aumento delle temperature globali entro gli 1.5 gradi centigradi ci aspetta una catastrofe climatica".
Mazzantini spiega come la presenza all'Elba e nell'Arcipelago toscano di tartarughe marine ed altri animali mai visti prima siano stati i segnali evidenti di un cambiamento del clima in atto.
"Quel che ci si chiede è, - sottolinea Mazzantini -mentre la politica è in tutt’altre faccende affaccendata, cosa altro dovrà succedere, all’Elba, nell’Arcipelago, in Toscana, in Italia e nel mondo per trasformare in una priorità la più grande sfida che hanno di fronte le nostre isole e l’umanità. Ora si ricomincerà a contare i danni, per l’ennesima volta. E per l’ennesima volta si proporranno ancora soluzioni “pesanti”, innaturali, invece di fare quello di cui c’è bisogno: mitigazione, resilienza climatica, rinaturalizzazione e cominciare a fare qualcosa di doloroso ma inevitabile: abbattere le opere insensate che acuiscono gli effetti del clima impazzito che saranno sempre più frequenti".
"Costruire la resilienza climatica nelle nostre isole in prima linea nella tempesta vuol dire spendere il contributo di sbarco per quello che prevede la legge, vuol dire riorientare gli investimenti dalle opere inutili che asfaltano e cementificano il territorio alle grandi opere utili, per la difesa dei cittadini, delle imprese, dei beni pubblici e privati".
Mazzantini inoltre indica una serie di azioni per rendere l'Elba un' isola innovativa e rispettosa dell'ambiente, adottando iniziative importanti fra le quali anche quella della eliminazione della plastica monouso e l'attivazione diffusa di energie rinnovabili.
"A primavera si vota in Comuni importanti, vedremo se queste cose necessarie, innovative, che producono sicurezza e lavoro qualcuno le metterà nei programmi (sperando che poi li mantengano).
In questi giorni all’Elba le scuole sono rimaste chiuse per maltempo, sarebbe bello se alla riapertura almeno un sindaco o un assessore all’ambiente o all’istruzione andasse tra i banchi di quelle scuole a spiegare ai bimbi e ai ragazzi il perché di quella vacanza forzata, perché il vento, la pioggia, i tuoni, i fulmini e le onde facciano chiudere le scuole ai tempi del global warming e delle isole spazzate dalla tempesta del cambiamento climatico. Sarebbe bello e giusto".
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