Attualità giovedì 19 gennaio 2017 ore 15:24
Tutti rispettano gli impegni, manca solo Rebrab
Le rassicurazioni non servono più. Dopo l'incontro con i rappresentanti sindacali dal Pd in Val di Cornia il monito diretto a Issad Rebrab
PIOMBINO — Dopo l'incontro con le organizzazioni sindacali in merito alla vicenda Aferpi, anche dal Partito Democratico arriva la considerazione che per Issad Rebrab il tempo è finito e non vengono nascoste le preoccupazioni sullo stato in cui si trova l'azienda.
"Due dei laminatoi sono fermi e il treno rotaie ha una prospettiva produttiva che non va oltre prossimo marzo. - si legge in una nota della Federazione Pd in Val di Cornia - Ciò mette in pericolo il presente e il futuro dello stabilimento, oltre che la possibilità di mantenere attivi i contratti di solidarietà che coinvolgono la totalità dei dipendenti. In questa situazione intravediamo il rischio della perdita di ulteriori quote di mercato, fino a compromettere le stesse prospettive di rilancio del polo siderurgico di Piombino".
A poco è servita l'intervista del patron di Aferpi a Il Sole 24 Ore (leggi l'articolo correlato), dal momento che mancano ancora le risposte alle domande incalzanti del ministro Carlo Calenda. Del resto a questo punto tutti hanno fatto la loro parte: i lavoratori hanno accettato le condizioni, la Regione ha rimosso gli ostacoli che potevano rallentare gli investimenti, il Comune ha approvato in tempi rapidi la Variante Aferpi. Governo e Regione, inoltre, stanno portando avanti una missione il primo per avvicinare le banche e la seconda per ricercare una forma di garanzia per sopperire alla carenza di capitale circolante.
Ora manca solo la parte di Rebrab.
"Appare scontato inoltre ricordare a Issad Rebrab che quel porto, che ribadisce essere stata la sua principale attenzione, è frutto di ingenti investimenti dello Stato e della Regione finalizzati proprio alla ristrutturazione della siderurgia e della ricerca di una diversificazione economica spinta da una crisi profonda del vecchio modello di sviluppo. - si legge in conclusione al documento - La fabbrica e la città non possono più accontentarsi di nuove promesse".
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