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Politica venerdì 17 febbraio 2023 ore 14:52

"La rete mai costruita, Piombino penalizzata"

L'ospedale di Piombino

Andrea Baldassarri (ex segretario Unione comunale Pd): "Non sono mai stati sciolti i nodi politici degli equilibri tra Piombino e Cecina"



PIOMBINO — "Il modello dell'ospedale unico è, data la normativa vigente, che andrebbe cambiata, l'unico che evita la retrocessione dei due presidi di Piombino e Cecina a ospedali di base, con la definitiva perdita delle specialistiche. Ciò sarebbe una soluzione peggiore del male e, anzi, sarebbe un disastro in termini di perdita di posti letto e di posti di lavoro. Il problema è che l'ospedale unico non è fallito, ma, semplicemente, non è mai partito".

Parole di Andrea Baldassari, ex segretario dell'Unione comunale Pd, commentando le problematiche legate alla sanità e alle sorte dei due ospedali sollevate in questi giorni (leggi qui sotto gli articoli collegati).

"Non sono mai stati sciolti i nodi politici degli equilibri tra Piombino e Cecina. La rete non è mai stata costruita e, anzi, Piombino ne è uscita gravemente penalizzata. Dell'ospedale unico, ciò che i piombinesi hanno percepito, è la perdita del punto nascita, le liste di attesa, il generale peggioramento delle prestazioni e la crescita di un settore privato che fiorisce su ritardi e difficoltà del pubblico. Ed il modello non può funzionare, perde di credibilità, se gli interventi promessi vengono infinitamente rimandati. - ha proseguito Baldassari - Mesi fa la direttrice della Asl disse che il Pronto Soccorso non si potrà avere prima del 2026 e che questi tempi sono incomprimibili. Un'affermazione che dovrebbe farci saltare sulla sedia. L'assessore Bezzini assicura che, nonostante la burocrazia, la progettazione è partita. Benissimo. Ora il nostro compito non è né lamentarci, né stare lì ad aspettare, ma fare un monitoraggio quotidiano dell'avanzamento di questi progetti, rompere le scatole, perché questi tempi incomprimibili vengano compressi. Dobbiamo farci sentire e, se necessario, mobilitarci perché gli impegni presi siano rispettati. Sul pronto soccorso, ma anche sulla Casa di Comunità, sul percorso per le malattie mentali e quanto altro promesso. A Piombino la gente muore di infarto, spesso: si pensa che il reparto di cardiologia debba avere l'emodinamica o no? Della medicina del territorio si parla spesso per dire che l'ospedale non basta, ma bisogna passare dalle parole ai fatti, non lasciare fermi sia l'ospedale che il territorio".

"Se non faremo investimenti adeguati i bravi medici che abbiamo reclutato, facendo un'ottima cosa, se ne andranno, perché non troveranno strumenti di crescita professionale. - ha aggiunto - E su queste cose dobbiamo aprire con la Regione un confronto, nel quale il nostro ruolo è difendere i nostri servizi, con forza, con determinazione, non fare da ripetitore, né buttare la palla in tribuna, spostando la soluzione un metro più avanti. Bisogna capire questo: se non daremo più risorse ai territori di periferia, in quei territori, come sinistra, perderemo il consenso. Perdendo il consenso apriremo la strada alla destra, decretando la fine del nostro modello toscano di sanità pubblica, comprese le sue straordinarie eccellenze. Poi c'è da fare una battaglia a livello nazionale. Dobbiamo chiedere che vengano messe più risorse nella sanità pubblica, non meno".

"Chi vota per la destra e chi in ogni modo la sostiene, sostiene un modello che dà spazio ai privati. E chi governa la città deve rispondere di questa incoerenza. Non si può difendere la sanità pubblica a Piombino, se si sostiene chi punta sui privati a Roma. O l'uno o l'altro. I fatti dimostrano che la destra non ce la fa ad andare oltre la protesta. Noi siamo in grado di farlo, ma bisogna svegliarsi e presto, perché il tempo corre via e, purtroppo, non possiamo permetterci ulteriori ritardi", ha concluso Baldassarri.


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