Commissione Rimateria, "restano altre domande"

PIOMBINO — Per Ascolta Piombino alcune questioni legate alla discarica in località Ischia di Crociano restano senza risposta, neanche dopo il lavoro effettuato dalla Commissione d'inchiesta di controllo e garanzia sulla situazione economica, finanziaria e gestionale pregressa di Asiu - Tap - Rimateria.

A dirlo chiaramente è la consigliera Monica Bartolini nelle conclusioni presentate proprio a fine lavori della commissione. 

"Le domande che non trovano risposta - si legge - neppure nella commissione d’inchiesta, sono le seguenti: perché non si è istruito un approfondimento sulla proposta di Unirecuperi? Perché queste vicende così importanti, non sono arrivate alle commissioni consiliari? Perché davanti allo spettro del fallimento, questi aspetti non sono stati discussi dai rappresentati dei cittadini in Consiglio comunale? Quanto hanno pesato le questioni politiche e i comitati in questa vicenda? Quanto hanno pesato la variante, i rifiuti zero, l’impossibilità quindi di produrre uno straccio di piano industriale che potesse traghettare l’azienda verso lidi più tranquilli e magari, domani, utilizzarla per la messa in sicurezza delle discariche abusive adiacenti, oltre che la chiusura e la gestione del post mortem della attuale discarica ex Asiu più volte ampliata? I verbali delle ultime riunioni del CdA forse ci avrebbero aiutato a fare luce sulla vicenda, che temiamo resterà nell’ombra". 

Dai verbali, infatti, sarebbe emerso che Unirecuperi si dichiarava di essere pronta ad effettuare anticipazioni finanziare al fine di consentire la continuità aziendale.

"L’epilogo di tutto questo, la gestione di questa delicata vicenda da parte di questa amministrazione, oltre l’aver messo a rischio una discarica, che ha proseguito la sua gestione grazie alla curatela Ozia e un pugno di dipendenti, è stata l’acquisizione del ramo d’azienda da parte di un privato Rinascenza Toscana, che oggi ha progetti ben più importanti di Rimateria ma senza alcun effetto di beneficio pubblico, alla faccia del parco urbano della Variante e di coloro che avevano vere ambizioni ambientali. - ha proseguito la consigliera Bartolini - Tutti, eccetto chi legge le questioni solo nei titoli, sapevano che il fallimento della società non avrebbe fermato i conferimenti e non avrebbe affatto risolto il problema ambientale del sito, tutt’altro, senza un piano industriale lo avrebbe peggiorato facendo fallire insieme a Rimateria, il recupero ambientale di quelle aree. Noi di Ascolta Piombino - ha concluso - cercavamo una soluzione sostenibile, certamente non il raddoppio dei volumi ma un piano industriale congruo alle aspettative dei cittadini e dell’ambiente che era nelle possibilità dell’azienda, sempre a guida pubblica se pur con il privato. In questo caso, invece, si configura un danno politico e un danno ambientale, purtroppo evidenti e duraturi nel tempo, una gestione dei rifiuti e dell’economia circolare partita male e finita peggio".

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