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Attualità domenica 10 dicembre 2023 ore 08:25

Fisima e garbo alla piombinese

Foto di Domenico Finno

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia “Fisima e garbo alla piombinese” di Gordiano Lupi. Foto di Domenico Finno



PIOMBINO — Fisima è italiano puro, ce lo ricorda il Vocabolario Treccani, nato da un adattamento e accorciamento popolare del termine sofisma e sta a indicare un’idea priva di fondamento, una fissazione, ma anche un capriccio, un desiderio, un’aspirazione stravagante. Esempi: quello è pieno di fisime; ha molte fisime; si è messo in testa un sacco di fisime; gli è venuta la fisima di fare lo scrittore… Non è del tutto chiaro cosa c’entrerebbe la fisima con il sofisma, l’etimologia è incerta, forse l’argomentazione bizzarra e sottile ha una certa affinità con i fantasmi della mente.

In piombinese l’equivalente delle fisime sono le seghe mentali, spesso usato con il diminutivo - vezzeggiato di seghine mentali. Quand’è che uno si fa delle fisime? In tante situazioni. Quando gli prende un’idea fissa e nessuno gliela può togliere dal capo, che sia suonare la chitarra come scrivere un romanzo, danzare il cha chacha o diventare attore. La parola dal gusto popolare contiene dentro di sé tutta l’ironia toscana per stigmatizzare le idee fisse e capricciose che uno proprio non vuole abbandonare. Ma seghe mentali sono anche i problemi che uno si fa nella testa per non affrontare la realtà e i casi della vita, per restare fermo e inattivo, invece di prendere decisioni e mettere in atto comportamenti. Fisime sono anche i capricci, le ossessioni, le paranoie assurde, le paure incomprensibili, i desideri bizzarri, le aspirazioni strane. Ma quante fisime c’avrai nel capo! È tipica esclamazione piombinese, a volte detta anche in senso di interrogativo retorico.

Il garbo, invece, etimologia incerta, forse dall’arabo qālib, è il comportamento gentile e grazioso. Si dice trattare con garbo, uomo di garbo. Sta a significare affidabilità, savoir-faire, amabilità, compitezza, cordialità, cortesia, creanza, delicatezza, educazione, fair-play, finezza … A Piombino chi non ha mai detto con una sorta di superiorità - forse perché un tempo avevamo la principessa Elisa, maestra di garbo e prima donna pure della colta e seriosa Lucca - che i pisani vanno a prendere il garbo a Lucca? Garbo da noi si usa in tante accezioni, da molti anziani ho spesso sentito dire con rassegnazione: sarà, ma il garbo è brutto… In alternativa a sarà, ma la vedo brutta (il significato è identico), in situazioni che non fanno pensare a una fine gradita, anzi, sembrano proprio indirizzate verso un triste epilogo. Esempio: un figlio si fidanza con una ragazza di facili costumi, non proprio gradita alla famiglia, qualcuno rassicura la madre dicendo che finirà presto, che si lasceranno, la donna conclude con un sarà,ma il garbo è brutto… Altro esempio: la squadra di calcio cittadina perde una partita dopo l’altra, a metà campionato è in fondo alla classifica e rischia la retrocessione, i dirigenti rassicurano e dicono che si salveranno, inevitabile la considerazione sarà, ma il garbo è brutto… In questa accezione etimologica la parola garbo sta a indicare la piega che hanno preso gli eventi. In altra accezione si usa la locuzione persona di garbo per sostituire la molto più piombinese persona ammodo, ma anche personcina ammodino, la persona dotata di garbo cerca sempre di fare le cose ammodo. Giuseppe Giusti, un poeta di Monsummano che non conosce più nessuno, ci perculeggiava (altro piombinesismo che non ha bisogno di spiegazioni) Carlo Alberto con il termine ammodo: “Che popolo ammodo / che principe sodo / che santo modello / un Re travicello!”. Una cosa può essere priva di garbo, rozza, mal fatta, così come una persona può essere sgarbata, senza garbo, grossolana e rozza. Non avere garbo, come capita ai pisani, per l’appunto, che lo vanno a prendere a Lucca. Per finire il verbo aggarbare non c’entra niente con i comportamenti ma significa - in gergo marinaresco - disegnare lo scafo d’una nave.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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