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Lavoro giovedì 03 settembre 2020 ore 08:06

"Lo sciopero in fabbrica andava continuato"

Striscione del Camping Cig

Camping Cig contesta l'operato dei sindacati. "Lo sciopero andava prorogato fino al 3 Settembre data dell'incontro tra sindacati, Carrai e Comune"



PIOMBINO — Dopo lo sciopero indetto da Fim, Fiom e Uilm per denunciare l'emergenza sicurezza interno alla fabbrica, gli attivisti del coordinamento Camping Cig hanno steso un bilancio negativo a seguito dell'assemblea dei lavoratori del 31 Agosto. 

"Si è assistita all’ennesima dimostrazione che tra organizzazioni sindacali e lavoratori si è creato un solco profondo con scarsissima partecipazione alle assemblee e con la sola possibilità di essere informati sulla situazione mentre non è stata recepita la richiesta di poter votare la proposta, fatta da alcuni lavoratori, di prorogare lo sciopero fino al 3 Settembre data prevista dell’incontro tra sindacati, Carrai e il sindaco Ferrari per un’assurda concezione della democrazia sindacale che per tutto il periodo del mandato le Rsu sono demandate a dettare la linea sindacale. - hanno segnalato - Ricordiamo invece che le Rsu sono i portavoce dei lavoratori che devono recepire le istanze degli stessi e se non in accordo con gli stessi, possono decidere anche in maniera contraria ma decenza personale ed etica dovrebbe portare un secondo dopo a rassegnare le proprie dimissioni. Questo è uno dei motivi che portano sempre più lavoratori ad allontanarsi dai sindacati".

Per il Camping Cig, insomma, lo sciopero andava prorogato fino all''incontro atteso per discutere proprio dei temi della sicurezza in fabbrica.

"Questa decisione di non continuare lo sciopero, in situazione non modificata sulla sicurezza, carica le organizzazioni sindacali di una responsabilità gigantesca in caso di altri incidenti, al pari dell’azienda e degli enti preposti al controllo. Nessuno potrà dire io non sapevo. - hanno commentato - In merito al futuro ed eventuale piano industriale-accordo stavolta nessuno si assuma la responsabilità di firmare alcunché senza prima passare dalla discussione e votazione con i lavoratori. Basta agli accordi stipulati sopra la testa dei dipendenti spacciandoli per verbali di incontro!".

"La misura è colma, - hanno concluso dal coordinamento - via Jindal sì allo Stato, anche assieme a Rfi, Invitalia, Cassa depositi e prestiti, Regione Toscana, che riprende il controllo dello stabilimento!".


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