Lavoro giovedì 25 settembre 2025 ore 19:18
Liberty Magona, "stipendi non ancora pagati"

I sindacati annunciano un'assemble davanti al Comune per chiedere un incontro anticipato al Mimit. Il sindaco Ferraro e l'assessora Nigro intervengono
PIOMBINO — Liberty Magona non ha ancora pagato gli stipendi di Agosto ai lavoratori dello stabilimento di Piombino.
Gli stipendi avrebbero dovuto essere pagati proprio oggi, in base a quanto è emerso al tavolo del Ministero per le Imprese e il Made in Italy.
I sindacati esprimono la loro preoccupazione e hanno annunciato che il 30 Settembre convocheranno un'assemblea davanti al palazzo comunale per chiedere un'anticipazione dell'incontro fissato al Mimit per l'8 Ottobre.
"Siamo molto preoccupati - ha dichiarato David Romagnani per Fiom-Cgil - siamo 479 dipendenti, di cui circa 80 interinali che rischiano più degli altri in caso di procedura di amministrazione controllata".
All'incontro al Mimit, in base a quanto fanno sapere i sindacati, il gruppo Trasteel ha confermato il proprio interesse ad acquisire lo stabilimento siderurgico, che la proprietà di Liberty Steel ha intenzione da tempo di dismettere.
Nel frattempo il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e l'assessora Sabrina Nigro hanno fatto sapere di avere chiesto e ottenuto dal Mimit un incontro urgente.
"Riteniamo estremamente grave e profondamente preoccupante il fatto che ancora una volta Liberty Magona non abbia provveduto al pagamento degli stipendi ai propri lavoratori, malgrado gli impegni assunti nei giorni scorsi. - hanno dichiarato sindaco e assessora - Non si tratta di un ritardo accidentale o marginale: è una violazione inaccettabile di un diritto fondamentale, che colpisce centinaia di famiglie, mette in ginocchio il tessuto sociale locale e getta dubbi profondi sull’affidabilità dell’azienda".
"Ci chiediamo come la Società possa continuare a chiedere ai lavoratori di prestare la propria opera senza alcuna garanzia che verranno retribuiti per il lavoro già svolto", hanno aggiunto.
"La data del 30 settembre, indicata dai sindacati, diviene, quindi, cruciale come discrimine fra una risposta concreta e la dissoluzione degli impegni presi. Riteniamo anche che l’accordo con Transteel non possa costituire l’alibi per procrastinare all’infinito le responsabilità dell’azienda madre, che deve fin d’ora farsi carico dei debiti retributivi e delle proprie responsabilità industriali. - Proprio per l'estrema gravità del reiterato mancato pagamento, abbiamo contattato il Mimit chiedendo e ottenendo che la convocazione per il tavolo prevista per l’8 ottobre sia anticipata con urgenza, affinché si intervenga tempestivamente e non si perda ulteriore tempo prezioso. Chiediamo inoltre che il Governo consideri da subito misure ponte, almeno in via emergenziale, per dare garanzie ai lavoratori in attesa del perfezionamento dell’operazione industriale che dovrà salvare lo stabilimento..Come Amministrazione resteremo al fianco dei lavoratori, solleciteremo ogni istituzione competente, vigileremo affinché non si consumi un’ennesima beffa ai danni della comunità piombinese", hanno concluso Ferrari e Nigro.
Anche il deputato Pd Marco Simiani è intervenuto sull'ennesimo ritardo da parte della proprietà.
"Il mancato pagamento degli stipendi da parte di Liberty Magona è un fatto gravissimo e inaccettabile. - ha dichiarato Simiani - Non si può chiedere ai lavoratori di garantire la continuità produttiva senza retribuzione e senza certezze sul futuro".
"È urgente sbloccare il decreto per il pagamento diretto dall’Inps della Cassa Integrazione e arrivare rapidamente ad un accordo con Transteel. Il 30 settembre sarà una data decisiva: servono risposte immediate sia sul fronte delle spettanze che su quello della prospettiva industriale. Chiediamo al Ministro Urso di anticipare l’incontro previsto per l’8 ottobre e di assumersi la responsabilità di tutelare lavoratori e stabilimento. A questo punto è evidente come questo governo sia palesemente incapace non solo di programmare qualsiasi tipologia di politica industriale, ma di farsi rispettare dalle multinazionali straniere inadempienti", ha concluso Simiani.
"L'odissea dei lavoratori prosegue senza alcuna giustificazione: cinquecento famiglie attendono risposte e certezze, mentre la proprietà anglo-indiana continua a dimostrarsi inaffidabile, disattendendo impegni presi perfino in sede ministeriale. Questo comportamento è inaccettabile – ha affermato il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni –. Presenterò un’interrogazione al Ministro Urso perché il governo imponga all’azienda il pagamento immediato delle spettanze arretrate e garantisca la continuità produttiva dello stabilimento. Non si può chiedere ai lavoratori di attendere ancora”.
Parole ribadite dal segretario regionale di Sinistra Italiana – Avs, Dario Danti: “Il gruppo prima promette il saldo degli stipendi e poi, dopo pochi giorni, non mantiene la parola. È un segnale inequivocabile di totale inaffidabilità. Lo stipendio è un diritto dei lavoratori e trovarsi nella condizione di subire ritardi nei pagamenti è un’ingiustizia sociale che incide sulla loro vita quotidiana e su quella delle loro famiglie. Qui è in gioco la dignità del lavoro e il futuro di uno dei cuori produttivi del territorio. Il governo non può attendere: servono decisioni immediate e un cambio di proprietà che assicuri investimenti, stabilità e prospettive industriali”.
A queste voci si unisce con forza anche il Circolo piombinese di Sinistra Italiana-Avs: “La Magona è una parte fondamentale della nostra storia e del nostro tessuto produttivo. Oggi la città non può restare a guardare e subire i ricatti della proprietà, che ha perso ogni credibilità. Per questo chiediamo che la vertenza Piombino diventi un caso nazionale e che lo Stato elabori un piano nazionale per la siderurgia. Non si può più tergiversare: ne va della sopravvivenza di una città e di una comunità, già fiaccata da anni di crisi dell'industria che ha inevitabilmente coinvolto le aziende dell'indotto, il commercio, il turismo e i servizi. E il momento di un’azione collettiva, di unità e mobilitazione: Piombino deve farsi sentire per difendere la dignità del lavoro e il futuro della comunità, a partire dal presidio convocato dai sindacati per il 30 settembre davanti al Comune. Solo una città unita potrà difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori".
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