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Attualità domenica 19 ottobre 2025 ore 07:59

Mi sento strugge

Su #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia “Mi sento strugge” di Gordiano Lupi, scritto con la collaborazione di Giorgio Cortigiani



PIOMBINO — La voce del verbo struggere, secondo la Treccani, ha numerosi significati, tra questi a noi interessa quello di consumarsi lentamente, un po’ come fa il burro a fuoco lento o sotto i raggi del sole. Pure la passione d’amore può struggere, infatti si dice struggersi d’amore, di gelosia, così come ci si può struggere per un tormento, un cruccio, un dolore. Struggere è anche forma contratta di distruggere, ergo significa pure uccidere, demolire, far morire. A Piombino i nostri vecchi dicevano “Mi sento strugge!” nei casi in cui attendevano un responso e nell’attesa facevano la fine del burro, in senso metaforico, ma anche aspettando una determinata cosa negativa, un evento infausto atteso, un qualcosa che doveva arrivare. Nelle more di tutto questo ci si strugge.

Che dire dell’imprecazione Dio mi fusi? Nessuno la usa più, ma veniva usata per consolidare una verità appena pronunciata: “Dio mi fusi se ho detto una bugia!”. Sarebbe un equivalente di “Dio mi fulmini!”.

Vocaboli sparsi che non si sentono più pronunciare da molti anni, ma che facevano parte del lessico soprattutto contadino. Le scepre sono le siepi, mentre le sceprone sono le siepi alte. Un tipo sgaruffato è un tipo spettinato. “Senti che sito!”, significa “Senti che puzzo!”. Sito sta per cattivo odore. “Ti purghi!” sta per “Ti arrangi!”. Non lo dice più nessuno, ma fino agli anni Settanta era nel parlare comune. Una persona che si trova nel suo ambiente, in una situazione dove ci sguazza come un pesce “è nel suo centro”. Cianciucato è un oggetto (di solito un genere alimentare) biasciato, ma in vecchio piombinese si può dire anche sbiascicato. Va da sé che uno che sembra ciucciato dalle streghe sarà un tipo secco allampanato. Una gogliata, invece, è un’unità di misura approssimativa. Esempio: Dammene un po’ una gogliata!”, ! “Dammi una gogliata di filo!”. Stare chiotto significa stare al caldo. Esempio: “Me ne sto qui, bello chiotto” (bene al caldo). Gallozzola è la bolla d’acqua che cade, si dice che quando l’acqua fa gallozzole è destinata a durare. Infatti le gallozzole sono le bollicine che si formano nel vetro fuso in maniera imperfetta. In caso di successo effimero, di un qualcosa che dura poco, invece, parleremo di un fuoco di paglia. Il maccheronaio è il mattarello, che si usava per fare i maccheroni. Una cucciola è la bolla che viene dopo un pinzo d’insetto. Scuotevi una balla da fieno e venivano fuori insetti e pulviscolo, roba che face va venire le cucciole, in quel caso si parlava di gatta porcina. Ma in italiano si chiama acariasi da grano. Si tratta di un’eruzione eritemato-vescicolosa, fortemente pruriginosa, che colpisce soprattutto coloro che maneggiano il grano o altri cereali secchi.

Gordiano Lupi
© Riproduzione riservata


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